18 gen 2014

PRIMI RISULTATI DELLA LOTTA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO

Confermo da Cuneo, che è stata purtroppo la porta di ingresso del cinipide in Europa, che l’azione del limitatore naturale è efficace e risolutiva.

Già nel 2013 nelle vallate di primo insediamento (Valli Vermenagna, Colla, Pesio e Gesso) il cinipide è apparso a rischio estinzione. Credo che nel prossimo biennio l’intero Piemonte sarà cinipide-free.

Ricordo quando avevamo contattato i colleghi in Usa e Giappone per avere delle galle parassitizzate da Torymus. Dall’America erano stati categorici: non si trovano più galle a pagarle!

Ho motivo di ritenere che nei prossimi anni il problema sarà progressivamente risolto in tutta Italia.

A questo punto possiamo anzi dobbiamo iniziare a pensare al “dopo”. Non è una battuta. Teniamo infatti presente che i problemi della castanicoltura sussistevano già tutti prima dell’infestazione del cinipide.

Quindi cerchiamo di utilizzare i prossimi anni di presumibile euforia per costruire serie basi per la piena rinascita della castanicoltura.

Ce lo chiedono l’economia delle valli, ma anche il paesaggio, i valori legati alla tradizione…

Cordialità.

Dott. Silvio Pellegrino
direttore del CRESO Ricerca di Cuneo



14 gen 2014

LA LOMBARDIA ED I SUOI CASTAGNETI

la Lombardia non è da tempo la regione che produceva nel 1950 circa 165mila quintali di castagne.
Già negli anni '90 del secolo scorso si era scesi a circa 9.000 quintali.
Sono cambiati i tempi ed è vero, ma i circa 82.000 ettari a prevalenza di castagno rappresentano una risorsa culturale, paesaggistica ed economica che può e deve essere valorizzata.

Nei numerosi incontri che teniamo con i castanicoltori ribadiamo con forza che il Cinipide è un problema contingente: ha avuto un inizio e avrà una fine.
L'attenzione sul castagno, che la sua presenza ha determinato, non dovrà spegnersi quando il problema sarà superato (già nel 2012 a Robilante (CN) non si vedevano galle in bosco e dallo scorso anno anche in Lombardia abbiamo diverse realtà a buon punto).

Che fare per il dopo?



La realtà della castanicoltura lombarda è legata non già a produttori professionisti, ma a proprietari di selve e  di piante spesso monumentali, che presentano un'oggettiva difficoltà ad essere recuperate e mantenute.
Sorprendentemente in questi ultimi anni, di pur sempre magre soddisfazioni, sono nate alcune associazioni e consorzi che dovrebbero essere riconosciute anche da sostegni finanziari necessari perché tali comunità possano crescere ed affermarsi.
Credo non sia solo un problema lombardo, ma il finanziamento delle associazioni dovrebbe essere previsto allo stesso modo di quello riferito alle produzioni professionali.
Se queste ultime sono finalizzate al reddito, non sono meno importanti quei soggetti che, grazie alla loro opera, mantengono vive le selve, i boschi, i paesaggi e le tradizioni che le accompagnano.

Il valore culturale non dovrebbe così essere meno importante di quello economico nella salvaguardia del "nostro" Castagno.
Con i miei migliori saluti

Marco Boriani


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Dott. Agr. Marco Boriani
Servizio fitosanitario regionale
Piazza Città di Lombardia 1
20124 MILANO