20 mag 2016

COSA SONO I FIRUN ?

Che cosa è un FIRUN ?

I firùn , i "filoni": si tratta della versione lombarda delle note collane di castagne secche fatte "rinvenire" per ridare un po' di morbidezza.
Le castagne venivano seccate ad affumicazione lenta ma con l'aggiunta di una copertura di sacchi di juta mantenuti umidi.
I frutti, che non venivano mondati, si infilavano con un ago da calzolaio in uno spago e poi intrecciati a file di 4 o 5, ottenendone una collana.  
Avevano un sapore vagamente di cioccolato, vera delizia per i bambini di tempi molto più poveri, ma anche più semplici ..

Durante le feste paesane invernali, e soprattutto in quella più importante, la fiera degli ObejObej a Milano, apparivano in paese i venditori di castagne ( i Firunàt ), con al collo queste lunghe collane di castagne infilate, oppure pesanti ceste di vimini piene di queste leccornie.
Pare che il nome derivi dalla spina dorsale; l'origine dovrebbe essere Brianzola, in particolare a Cantù, zona in cui v'era una forte presenza di castagneti.
Per interessare i compratori, i firùnat creavano inoltre vere e proprie "opere d'arte", con composizioni che spaziavano dai giocattoli alle borse.
I filoni venivano poi appesi in cucina e consumati nel tempo.


Davanti a Sant'Ambroeus, 1950 ca.

19 mag 2016

CNN: I PIU BEI FOOD FESTIVALS DEL MONDO

Stiamo vivendo una rivoluzione nell'approccio e nella considerazione del cibo.
Un aspetto importante è costituito da sagre, festivals, fiere e saloni ove però, troppo spesso, si cerca di ammanire roba quantomeno banale a prezzi esorbitanti.
Ecco quindi che la CNN ha creato la lista dei più bei food-festivals del mondo, quelli più interessanti e che rispettano ancora delle fondamentali regole riguardanti la qualità intrinseca del cibo e la sua reale appartenenza ad un territorio.



Nell'articolo che spazia dall'Equador al Canada al Michigan a Napoli (pizza festival, ovviamente) appare, la "Castagnades", che si tiene in Ardeche, Francia: con le locali castagne in bella evidenza, compresi i prodotti derivati come i marrons glacès, le farine, la birra ed i liquori. 

Per leggere l'articolo completo: cnn.com

12 mag 2016

PIANORO (BO): CONVEGNO SULLA CASTAGNA

A cura dell' Unione dei Comuni Savena-Idice, si terrà Sabato 14 maggio, alle ore 9.30, il convegno "Castanicoltura: una risorsa per l'Appennino", c/o Museo di Arti e Mestieri P. Lazzarini di Pianoro (Bo) - Via Gualando 2.





Intervengono:
Gabriele Minghetti: Presidente Unione Savena Idice
Adriano Simoncini: scrittore e studioso civiltà contadina
Nicoletta Vai e Massimo Bariselli: Servizio Fitosanitario Regione Emilia Romagna
Roberto Ferrari: Responsabile settore Agricoltura sostenibile del Centro Agricoltura Ambiente
Giorgio Maresi: patologo forestale Fondazione Edmund Mach
Gli studenti dell'Istituto Professionale per l'agricoltura e 'ambiente “Luigi Noè” di Loiano
Stefano Sozzi: GAL Appennino Bolognese
Luciano Trentini: Vice Presidente del gruppo “Qualità e Promozione” della Commissione Europea
Renzo Panzacchi: Presidente Consorzio Castanicoltori Appennino Bolognese
Simona Caselli: Assessore agricoltura, caccia e pesca Regione Emilia Romagna

RACCOLTO RECORD PER LE CASTAGNE TOSCANE

I castanicoltori possono tornare finalmente ad accendere i metati per l’essiccazione dei frutti dell’italico albero del pane simbolo di una produzione che ha garantito la sopravvivenza a molte generazioni in passato e che continua ad offrire, ancora oggi, prodotti di eccellenza unici nel panorama mondiale come il castagnaccio, la marocca di Casola, la pattona di Comano così come molti piatti della tradizione, dalle caldarroste al castagnaccio che possono essere apprezzati durante l’autunno in sagre e feste di paese. “L’introduzione dell’antagonista naturale del cinipide galligeno, il torymus sinensi, sta dando già ottimi risultati. – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – I primi riscontri sono incoraggianti. E’ un’annata inaspettata che rimette in moto un’economia molto importante che produce un’integrazione al reddito decisiva per la stabilità delle aziende agricole. La castanicoltura ha permesso a molte generazioni di sopravvivere in passato e lo sta facendo ancora tutto oggi”.



Dalla Lunigiana alla Garfagnana passando per l’Amiata e il Mugello, regno del grande marrone Igp, e Caprese Michelangelo, nell’aretino, a fare paura quest’anno più che il cinipide di cui gli agricoltori conoscono praticamente tutto, il nuovo nemico-spauracchio si chiama Gnomo Gnosis ed è un fungo che rende il frutto nero di muffa ed immangiabile. Gli “attacchi” sono per ora – rassicura Coldiretti - limitati e circoscritti. La ridotta produzione locale aveva provocato lo scorso anno una massiccia importazione di prodotti dall’estero in particolare da Spagna, Portogallo, Turchia, Slovenia e Romania.
L’aumento del prodotto, in tutta la Toscana, contribuirà ad rallentare le importazioni anche se Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare le sagre in programma in queste settimane in tutta Toscana dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alleimprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne. Nonostante che la castanicoltura Toscana sia a maggioranza “part time”, la pochezza di produzione ha effetti sull’abbandono dei castagneti da parte dei castanicoltori, con conseguenze disastrose per il mantenimento del territorio, l’integrazione al reddito e alla continuità della sua presenza nei territori marginali e montani. Per queste motivazioni, ricorda Coldiretti, è necessario che le Istituzioni mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, tra cui sicuramente più controllisull’origine delle castagne messe in vendita per evitare che diventino tutte, incredibilmente, castagne italiane.


La Coldiretti Regionale riafferma quindi l’eccellente qualità e indica un aumento della produzione rispetto all’anno scorso di almeno il 50%, che ha portato la produzione a ritrovare i fasti di alcuni anni fa ai 16.000 ettari di castagneti regionali.
 «Occhio però a cosa comprate », è il consiglio della Coldiretti che sarà bene seguire.

4 mag 2016

Incontro su "Esposizione a pesticidi e rischi per la salute umana" Venerdì 13 Maggio 2016 presso l’Università della Tuscia.



Pesticidi e salute Patrizia Gentilini a Viterbo

Nel XVI secolo inizia la Storia travagliata dell’ambiente dei Monti Cimini con l’abbassamento del livello naturale delle acque del Lago di Vico per ricavare terreno coltivabile..

Fu un provvedimento positivo?

È lo stesso interrogativo che sorge oggi nel Fucino e in tutte le aree artificialmente prosciugate dall’uomo.

In una mia visita a Celano, dopo Avezzano il centro più importante del Fucino, domandai ad una anziana signora se si discutesse nella loro comunità se il prosciugamento del loro lago fosse stato un fatto positivo o no.

Lei mi rispose: “Sarebbe stato meglio lasciare il lago ma con i prodotti agricoli della piana ci siamo salvati dalla fame”.

Diciamo che anche l’abbassamento del livello delle acque del Lago di Vico può essere considerato positivamente nell’ottica di quei tempi.

Come può essere positivamente visto oggi un ripristino delle condizioni originarie e naturali o almeno la difesa dei brandelli di natura sopravvissuti a mezzo secolo di devastazioni.

Perché l’opera di intervento dell’uomo sulla natura prese le mosse da ragioni di sopravvivenza dell’uomo ma ora è l’uomo che mette in pericolo la sopravvivenza della natura e quindi dell’uomo stesso.

L’umanità ha imboccato da tempo la strada di distruzione della natura senza freni.

Non riesce più a darsi un attimo di respiro e a ragionare sul destino di sé medesimo.

In questo quadro si colloca una vicenda drammatica riguardante anche tutte le zone agricole e anche i Monti Cimini.

Intorno al 1970, quando ormai il problema della fame era superato, l’ambientalismo fa capolino anche nella Tuscia con un timido progetto di Parco Naturale dei Monti Cimini.

Esso muore sul nascere appunto perché si ritiene che la Valle del Lago di Vico sia ancora necessaria per l’agricoltura.

Purtroppo l’assenza di una adeguata programmazione fondiaria generale causa il conflitto tra due interessi entrambe giusti: il reddito delle famiglie agricole che fanno agricoltura nella valle e l’interesse della comunità a salvaguardare l’ambiente e quindi la vita.

Questo contrasto è vivo ancora oggi e si è esteso a tutta l’area dei Monti Cimini e oltre.

Il fulcro di tutta la contraddizione, dello scontro tra interessi dei produttori e della vita loro e di tutti, è oggi l’uso dei pesticidi.

Esso si è acutizzato con l’attacco di insetti fitofagi sia verso il nocciolo sia verso il castagno.

Attacco indotto dallo stesso uomo che quando lui stesso altera l’equilibrio naturale non attende il decorso della natura che sa da sola ricreare l’equilibrio disturbato ma si incammina in strane pratiche con le quali distrugge l’agricoltura e i suoi redditi ma soprattutto insidia la sua salute e provoca la morte a sé medesimo.

E alla collettività.

Tutti sano come sono ora le cose ma esiste una specie di velata omertà per paura che la realtà, se affrontata apertamente, possa rompere l’incantesimo di una agricoltura che una volta era sana, ricca e bella e che invece oggi è dannosa, meno ricca e molto brutta.

Siamo al solito problema dei redditi familiari degli agricoltori ma lo Stato non ha a cuore questo tema.

Nasce così il contrasto tra desiderio di verità ed esigenze economiche che vorrebbero la velata omertà su un tema importante per la salute delle nostre comunità, non solo di quelle dei Monti Cimini ma di tutta la Tuscia perché i pesticidi oggi sono quotidianamente utilizzati in tutta la nostra agricoltura che è la prima della Regione Lazio.

La verità emerge drammatica quando con nettezza Tommaso Gionfra, oncologo di Vignanello operante da una vita presso l’Istituto Tumori “Regina Elena” di Roma, denuncia pubblicamente il fatto che esiste una correlazione tra aumento di morti per tumore nella nostra zona e aumento della utilizzazione di pesticidi.

Non solo morte ma malattie gravissime e malformazioni molto gravi.

Il dibattito sul tema è vivo e da quando Tommaso Gionfra ha posto la questione abbiamo pensato di definire ancor più rigorosamente la questione con un incontro di studio, scientifico, di riflessione oggettiva, con una delle massime studiose della tematica ovvero Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa.

L’incontro non poteva svolgersi se non in ambito universitario visto che l’Università degli Studi della Tuscia ha conquistato una posizione di notevole prestigio per l’alta qualità dei suoi studi anche in campo agricolo e ambientale.

L’incontro sarà pubblico e si terrà Venerdì 13 Maggio 2016 alle ore 16 presso l’Aula magna del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche.

Porteranno il loro saluto: il rettore Alessandro Ruggeri, il direttore del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche Giuseppe Nascetti, Bengasi Battisti Sindaco di Corchiano e Presidente della “Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi” .


Il coordinatore del “Comitato Pesticidi Zero Monti Cimini”
Angelo Bini





Pubblico incontro di studio con Patrizia Gentilini  Oncologa Ematologa 
Componente del Comitato Scientifico ISDE Italia la quale interverrà sul tema:

Esposizione a pesticidi e rischi per la salute umana

E con Vincenzo Ridolfi
Coltivatore di nocciole interverrà su un’esperienza reale:
Patto di Comunità per una produzione agricola di qualità
che tutela salute e ambiente

Porteranno il loro saluto:
Alessandro Ruggeri - Magnifico Rettore Università degli Studi della Tuscia
Giuseppe Nascetti - Direttore del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche