14 gen 2014

LA LOMBARDIA ED I SUOI CASTAGNETI

la Lombardia non è da tempo la regione che produceva nel 1950 circa 165mila quintali di castagne.
Già negli anni '90 del secolo scorso si era scesi a circa 9.000 quintali.
Sono cambiati i tempi ed è vero, ma i circa 82.000 ettari a prevalenza di castagno rappresentano una risorsa culturale, paesaggistica ed economica che può e deve essere valorizzata.

Nei numerosi incontri che teniamo con i castanicoltori ribadiamo con forza che il Cinipide è un problema contingente: ha avuto un inizio e avrà una fine.
L'attenzione sul castagno, che la sua presenza ha determinato, non dovrà spegnersi quando il problema sarà superato (già nel 2012 a Robilante (CN) non si vedevano galle in bosco e dallo scorso anno anche in Lombardia abbiamo diverse realtà a buon punto).

Che fare per il dopo?



La realtà della castanicoltura lombarda è legata non già a produttori professionisti, ma a proprietari di selve e  di piante spesso monumentali, che presentano un'oggettiva difficoltà ad essere recuperate e mantenute.
Sorprendentemente in questi ultimi anni, di pur sempre magre soddisfazioni, sono nate alcune associazioni e consorzi che dovrebbero essere riconosciute anche da sostegni finanziari necessari perché tali comunità possano crescere ed affermarsi.
Credo non sia solo un problema lombardo, ma il finanziamento delle associazioni dovrebbe essere previsto allo stesso modo di quello riferito alle produzioni professionali.
Se queste ultime sono finalizzate al reddito, non sono meno importanti quei soggetti che, grazie alla loro opera, mantengono vive le selve, i boschi, i paesaggi e le tradizioni che le accompagnano.

Il valore culturale non dovrebbe così essere meno importante di quello economico nella salvaguardia del "nostro" Castagno.
Con i miei migliori saluti

Marco Boriani


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Dott. Agr. Marco Boriani
Servizio fitosanitario regionale
Piazza Città di Lombardia 1
20124 MILANO