Pesticidi e salute Patrizia Gentilini a Viterbo
Nel XVI secolo inizia la Storia travagliata
dell’ambiente dei Monti Cimini con l’abbassamento del livello naturale delle
acque del Lago di Vico per ricavare terreno coltivabile..
Fu un provvedimento positivo?
È lo stesso interrogativo che sorge oggi nel Fucino e
in tutte le aree artificialmente prosciugate dall’uomo.
In una mia visita a Celano, dopo Avezzano il centro
più importante del Fucino, domandai ad una anziana signora se si discutesse
nella loro comunità se il prosciugamento del loro lago fosse stato un fatto
positivo o no.
Lei mi rispose: “Sarebbe stato meglio lasciare il
lago ma con i prodotti agricoli della piana ci siamo salvati dalla fame”.
Diciamo che anche l’abbassamento del livello delle acque
del Lago di Vico può essere considerato positivamente nell’ottica di quei
tempi.
Come può essere positivamente visto oggi un
ripristino delle condizioni originarie e naturali o almeno la difesa dei
brandelli di natura sopravvissuti a mezzo secolo di devastazioni.
Perché l’opera di intervento dell’uomo sulla natura
prese le mosse da ragioni di sopravvivenza dell’uomo ma ora è l’uomo che mette
in pericolo la sopravvivenza della natura e quindi dell’uomo stesso.
L’umanità ha imboccato da tempo la strada di
distruzione della natura senza freni.
Non riesce più a darsi un attimo di respiro e a
ragionare sul destino di sé medesimo.
In questo quadro si colloca una vicenda drammatica
riguardante anche tutte le zone agricole e anche i Monti Cimini.
Intorno al 1970, quando ormai il problema della fame
era superato, l’ambientalismo fa capolino anche nella Tuscia con un timido
progetto di Parco Naturale dei Monti Cimini.
Esso muore sul nascere appunto perché si ritiene che la Valle del Lago di Vico sia
ancora necessaria per l’agricoltura.
Purtroppo l’assenza di una adeguata programmazione
fondiaria generale causa il conflitto tra due interessi entrambe giusti: il
reddito delle famiglie agricole che fanno agricoltura nella valle e l’interesse
della comunità a salvaguardare l’ambiente e quindi la vita.
Questo contrasto è vivo ancora oggi e si è esteso a
tutta l’area dei Monti Cimini e oltre.
Il fulcro di tutta la contraddizione, dello scontro
tra interessi dei produttori e della vita loro e di tutti, è oggi l’uso dei
pesticidi.
Esso si è acutizzato con l’attacco di insetti
fitofagi sia verso il nocciolo sia verso il castagno.
Attacco indotto dallo stesso uomo che quando lui
stesso altera l’equilibrio naturale non attende il decorso della natura che sa
da sola ricreare l’equilibrio disturbato ma si incammina in strane pratiche con
le quali distrugge l’agricoltura e i suoi redditi ma soprattutto insidia la sua
salute e provoca la morte a sé medesimo.
E alla collettività.
Tutti sano come sono ora le cose ma esiste una specie
di velata omertà per paura che la realtà, se affrontata apertamente, possa
rompere l’incantesimo di una agricoltura che una volta era sana, ricca e bella
e che invece oggi è dannosa, meno ricca e molto brutta.
Siamo al solito problema dei redditi familiari degli
agricoltori ma lo Stato non ha a cuore questo tema.
Nasce così il contrasto tra desiderio di verità ed
esigenze economiche che vorrebbero la velata omertà su un tema importante per
la salute delle nostre comunità, non solo di quelle dei Monti Cimini ma di
tutta la Tuscia
perché i pesticidi oggi sono quotidianamente utilizzati in tutta la nostra
agricoltura che è la prima della Regione Lazio.
La verità emerge drammatica quando con nettezza
Tommaso Gionfra, oncologo di Vignanello operante da una vita presso l’Istituto
Tumori “Regina Elena” di Roma, denuncia pubblicamente il fatto che esiste una
correlazione tra aumento di morti per tumore nella nostra zona e aumento della
utilizzazione di pesticidi.
Non solo morte ma malattie gravissime e malformazioni
molto gravi.
Il dibattito sul tema è vivo e da quando Tommaso
Gionfra ha posto la questione abbiamo pensato di definire ancor più
rigorosamente la questione con un incontro di studio, scientifico, di
riflessione oggettiva, con una delle massime studiose della tematica ovvero
Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa.
L’incontro non poteva svolgersi se non in ambito
universitario visto che l’Università degli Studi della Tuscia ha conquistato
una posizione di notevole prestigio per l’alta qualità dei suoi studi anche in
campo agricolo e ambientale.
L’incontro sarà pubblico e si terrà Venerdì 13 Maggio
2016 alle ore 16 presso l’Aula magna del Dipartimento di Scienze Ecologiche e
Biologiche.
Porteranno il loro saluto: il rettore Alessandro Ruggeri, il direttore
del Dipartimento di Scienze Ecologiche e
Biologiche Giuseppe Nascetti, Bengasi Battisti
Sindaco di Corchiano e Presidente della “Associazione Nazionale dei Comuni
Virtuosi” .
Il coordinatore del “Comitato Pesticidi Zero Monti Cimini”
Angelo Bini
Pubblico incontro di studio con Patrizia Gentilini Oncologa Ematologa
Componente del Comitato
Scientifico ISDE Italia la quale interverrà sul tema:
Esposizione a pesticidi e
rischi per la salute umana
E con Vincenzo
Ridolfi
Coltivatore di nocciole interverrà su un’esperienza reale:
Patto di Comunità per
una produzione agricola di qualità
che tutela salute e
ambiente
Porteranno il loro saluto:
Alessandro Ruggeri - Magnifico Rettore Università degli Studi della
Tuscia
Giuseppe Nascetti - Direttore del Dipartimento di Scienze Ecologiche e
Biologiche