12 lug 2013

IGP DOP PER CASTAGNE e MARRONI: MA SERVONO VERAMENTE ?

L'Italia è il paese europeo con il più alto numero di riconoscimenti d'origine da parte della Comunità Europea (DOP, IGP, STG e IG).
Il dato potrebbe essere letto in modi diversi: abbiamo certamente una grande varietà di alimenti locali o regionali, ma abbiamo anche un gran numero di uffici pubblici in grado di esperire i procedimenti burocratici necessari all'ottenimento di questi riconoscimenti.

Per le castagne esistono quattro DOP/IGP: otto per i marroni.
Dodici Riconoscimenti in totale: molti.
Spesso mi pongono la domanda: "servono?" La risposta è ovviamente "si".
Però la vera questione è: "sono efficaci?"
E qui il problema si complica.
Dop/Igp sono strumenti di tutela dalle imitazioni e non di marketing: però, affinchè abbiano un valore non solo simbolico o peggio di identità politica, devono avere risvolti positivi sull'economia del territorio su cui insistono.
Come ?

I Regolamenti CE prescrivono:
Si intende per «denominazione d'origine», il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.

Io però, per far funzionare realmente un riconoscimento d'origine, aggiungerei che sono necessarie tre condizioni:
  • Peculiarità organolettiche che rendano facile l'identificabilità da parte del consumatore
  • Areale ben delimitato in cui il prodotto assume tali particolari caratteristiche
  • Quantità produttiva sufficiente su cui poter ammortizzare i costi di certificazione, costi di adesione al Consorzio di Tutela, etc.
Il dubbio è che pochissimi fra i DOP/IGP relativi alle castagne/marroni siano in grado di rispondere a questi requisiti: specialmente sulla necessità di "volumi" su cui ammortizzare i costi.
Ho letto recentemente uno studio di Denis Pantini, coordinatore dell'area agricoltura ed industria alimentare di Nomisma, relativo ai riconoscimenti d'origine, in cui si cercava di fare una analisi dei punti di forza e debolezza.
  • Come già detto le Dop/Igp sono strumenti di tutela e non di marketing. Di conseguenza la tutela sarà maggiormente efficace  per i prodotti il cui mercato si estende oltre all'areale tradizionale di produzione, ove il prodotto è già ben conosciuto. 
  • Il riconoscimento accresce le potenzialità all'estero: sono però da escludere automatismi di apprezzamento o, peggio, capacità taumaturgiche nell'approccio al mercato estero. Nella penetrazione su questi mercati si possono utilizzare anche le peculiarità espresse dalla DOP/IGP, ma è illusorio immaginare che possano essere disgiunte da politiche di marketing elaborate da attori aventi capacità organizzativa e commerciale. 
  • Il marchio Dop/Igp è un punto di partenza e non di arrivo: il consumatore non è disposto a pagare di più un prodotto solo per una denominazione, se non lo conosce. E' imprescindibile che il riconoscimento comunitario venga supportato da una politica commerciale e promozionale del prodotto stesso. 
  • Le Dop/Igp hanno un costo e una rigidità burocratica: il costo di adesione al Consorzio di Tutela, i costi di produzione necessari al rispetto del disciplinare, i costi di certificazione,  ecc. Spesso problemi sottovalutati dagli entusiastici assertori dei riconoscimenti.  
Su queste basi andrà sviluppata su pochi punti chiari una strategia per arrivare a risultati concreti, passando obbligatoriamente attraverso la massima condivisione degli obiettivi fra gli attori economici, le associazioni e le istituzioni,
  1. adesione e condivisione la più ampia possibile nel processo di formazione del disciplinare della Dop/Igp, 
  2. consapevolezza sulla necessità di investimenti promozionali e di comunicazione
  3. lo sfruttamento di tutte le sinergie e relazioni commerciali con il sistema economico locale: industria, turismo, commercio, artigianato
  4. rivalutazione sulle reali potenzialità e peculiarità dei Riconoscimenti d'origine già in essere, al fine di una razionalizzazione che possa rendere economicamente sostenibile una efficace operatività dei Consorzi di Tutela.


Ecco l'elenco delle 12 denominazioni con il numero del regolamento CEE e la data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. (GUCE/GUUE)

Castagna Cuneo I.G.P.
Reg. CE n. 1050 del 12.09.07 GUCE L. 240 del 13.09.07
Piemonte Cuneo

Castagna del Monte Amiata I.G.P.
Reg. CE n. 1904 del 07.09.00 Reg. UE n. 1108 del 30.11.10 GUCE L. 228 del 08.09.00 GUUE L. 315 del 01.12.10
Toscana, Grosseto e Siena

Castagna di Montella I.G.P.
Reg. CE n. 1107 del 12.06.96 GUCE L. 148 del 21.06.96
Campania Avellino

Castagna di Vallerano D.O.P.
Reg. CE n. 286 del 07.04.09 GUCE L. 94 del 08.04.09
Lazio Viterbo

Marrone del Mugello I.G.P.
Reg. CE n. 1263 del 01.07.96 GUCE L. 163 del 02.07.96
Toscana Firenze

Marrone della Valle di Susa I.G.P.
Reg. UE n. 987 del 03.11.10 GUUE L. 286 del 04.11.10
Piemonte Torino

Marrone di Caprese Michelangelo D.O.P.
Reg. UE n. 1237 dell'11.12.09   GUUE L. 332 del 17.12.09
Toscana Arezzo

Marrone di Castel del Rio I.G.P.
Reg. CE n. 1263 del 01.07.96 GUCE L. 163 del 02.07.96
Emilia-Romagna Bologna

Marrone di Combai I.G.P.
Reg. CE n. 1180 del 30.11.09 GUCE L. 317 del 03.12.09
Veneto Treviso

Marrone di Roccadaspide I.G.P.
Reg. CE n. 284 del 27.03.08 GUCE L. 86 del 28.03.08
Campania      Salerno

Marrone di San Zeno D.O.P.
Reg. CE n. 1979 dell'11.11.03 GUCE L. 294 del 12.11.03
Veneto Verona

Marroni del Monfenera I.G.P.
Reg. CE n. 1132 del 24.11.09 GUCE L. 310 del 25.11.09
Veneto Treviso