27 giu 2011

I TECNICI DELLA REGIONE TOSCANA: “NON USATE LA CHIMICA CONTRO IL CINIPIDE del CASTAGNO"

I tecini della Regione Toscana ci mandano un appello.

La chimica non è compatibile con le produzioni Dop e Igp. Avviato un progetto speciale triennale di controllo biologico del cinipide attraverso il lancio di un suo antagonista naturale, il Torymus sinensis

Castagno attaccato dal cinipide


“Non usate la chimica per combattere il cinipide del castagno.” Questa la raccomandazione rivolta dai tecnici della Regione Toscana ai castanicoltori preoccupati per i danni causati dall’insetto, conosciuto anche come “vespa cinese”.

Dalla Regione si ribadisce come, fin dal 2010, sia stato avviato un progetto speciale triennale di controllo biologico del cinipide attraverso il lancio di un suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, allevato dall’Università di Torino.

I lanci sul territorio toscano del Torymus sinensis sono stati già 27 e hanno interessato tutte le località nelle quali gli enti locali e i tecnici regionali avevano individutao la maggiore probabilità di acclimatazione dell’insetto utile.

E già i primi risultati sono stati raggiunti perchè il Torymus ha cominciato a moltiplicarsi dando luogo alle prime generazioni autoctone in grado di combattere il cinipide. Il processo di riequilibrio fra insetto dannoso e insetto utile- dicono dunque gli esperti- è già iniziato.

E’ anche per questo che sarebbe sbagliato dare luogo a trattamenti chimici – sottolineano ancora gli esperti della Regione – sia perchè la chimica contro il cinipide ha dimostrato scarsa efficacia e si dimostra invece dannosa per l’apicoltura, sia perchè, paradossalmente, rischia di fare più danno e di distruggere l’antagonista naturale del cinipide, il Torymus, che ha già cominciato il suo lavoro.

Inoltre – ricordano i tecnici regionali – la chimica non è compatibile con le produzioni Dop e Igp (marrone del Mugello Igp, farina di Neccio della Garfagnana Dop, castagna del Monte Amiata IGP, marrone di Caprese Michelangiolo DOP, Farina di castagne della Lunigiana Dop.)

25/06/2011 12.57
Regione Toscana

24 giu 2011

CASTAGNETO IN MUSICA A MARRADI

Le ragazze de "La strada del marrone del Mugello di Marradi" hanno colpito ancora, organizzando una notte magica entro l'anfiteatro naturale di uno dei più bei castagneti del nostro territorio: ci sarà infatti un concerto notturno con i maestosi alberi a fare da proscenio.



Quest particolare evento si terrà il 9 luglio, con inizio alle ore 19, presso Fontana Tevere in loc. Badia del Borgo - Maneggio Casetta, a Marradi, nel nord della prov. di Firenze.
Ci saranno dei piccoli stand gastronomici per chi vuol cenare, con la strada asfaltata ed un comodo parcheggio vicino al luogo scelto per questa serata unica.

E per i più piccoli, la magia delle favole raccontate nel bosco, aspettando le lucciole.



Per avere info: tel. 055 8042363 - 328 8127597 -
Per come arrivarci, clikka
QUI

22 giu 2011

UNA RICETTA DEL XIV SECOLO: CASTAGNE E CECI

La castagna la troviamo in compagnia coi ceci in una zuppa descritta nel trecentesco "Libro della cocina" d'un anonimo compilatore toscano.

Fra i primi esempi di libro culinario in Italia, fu dato alle stampe per la prima volta più di cent’anni or sono, a cura di Francesco Zambrini.
Il Libro della cocina è contenuto in un codice miscellaneo che si conserva presso la Biblioteca Universitaria di Bologna di complessive carte 101.
II trattato, occupa le ultime 19 pagine, alle quali seguono alcune ricette mediche scritte da altra mano.

"Togli ceci rossi e bianchi; e, tenuti a mollo cuocili col pepe, e col zafferano, e erbe odorifere.
E quando sono queste cose cotte, ponni parte nel mortaio e pesta che sia spessa, e ponvi brodo saporoso, e poi ponvi castagne arrostite intere, e radici di petrosilli(prezzemolo), e brodo di carne"
.

Il "Libro della cocina" può essere considerato il più antico trattato di letteratura gastronomica italiana.

20 giu 2011

MANIFESTAZIONE DI PROTESTA PER IL CINIPEDE DEL CASTAGNO



Si conosce oramai il problema di questo insetto cinese che sta danneggiando la produzione dei castagneti italiani

Le organizzazioni dell'agricoltura hanno indetto un presidio di protesta a Roma, davanti al MINISTERO dell'AGRICOLTURA,
il 24 Giugno 2011 alle ore 9.30,

Per la zona del Mugello ,chi volesse partecipare, entro lunedi prossimo, dovrà darne conferma alla Coldiretti di Borgo S.Lorenzo, (tel 055 8459352) oppure all'ufficio
Coldiretti di Marradi, da Nada. (tel 055 8045910)

19 giu 2011

GEORGOFILI: DUE PATRIARCHI INSIDIATI DAL CINIPEDE

l Cinipide galligeno del Castagno in Sicilia mette a rischio due“patriarchi”



L'Accademia dei Georgofili di Firenze, segnala chr infestazioni del Cinipide galligeno del castagno sono state riscontrate in 21 castagneti ricadenti all’interno del Parco dell’Etna e nei due maestosi esemplari noti come “Castagno dei 100 cavalli” e “Castagno di S. Agata o della Nave”.

Nel corso del 2011 le infestazioni del cinipide si sono estese ad altre aree e sono aumentate d’intensità. In considerazione della gravità del problema e al fine di salvaguardare anche i due millenari castagni, nello scorso mese di aprile è stata effettuata l’introduzione del parassitoide esotico Torymus sinensis il cui ceppo è stato fornito dal prof Alma dell’Università di Torino.
Il 22 giugno nella sede del Parco dell’Etna verrà illustrato il programma di lotta biologica attivato dall’Università di Catania, di concerto con le Istituzioni interessate alla soluzione ecocompatibile del problema.

Per saperne di più, il sito dell'Accademia dei Georgofili si trova QUI

18 giu 2011

FARINA DI NECCIO DELLA GARFAGNANA DOP

Nel 1998 è nata l'Associazione Castanicoltori della Garfagnana, un'associazione no-profit costituitasi per promuovere la castanicoltura: nel 2004 ha ottenuto dalla Comunità Europea la DOP per la farina di Neccio della Garfagnana.



Con il termine "neccio" nella zona della Garfagnana si indica il "castagno", una coltivazione che ha avuto inizio intorno all'anno mille quando, per far fronte al crescente incremento demografico, si misero a coltura vaste aree incolte.
In verità abbiamo testimonianze più antiche della presenza del castagno nella montagna lucchese, grazie ad alcuni documenti del VII - VIII secolo d.C, ma si ritiene che un forte incremento dei castagneti nella Valle del Serchio sia avvenuto posteriormente ai secoli del tardo impero romano e dell'alto medioevo.
L'essiccazione delle castagne è fatta nei "metati" cioè in strutture atte a contenere le castagne per l'essiccazione.
A noi oggi i metati sono pervenuti come costruzioni in muratura, generalmente sparsi nei castagneti, di ampiezza variabile, a metà altezza divisi da un solaio a stecche di legno poste una vicino all'altra, il "canniccio", sopra il quale vengono stese le castagne. Sotto si fa un fuoco leggero, senza fiamma, con ciocchi di castagno; il fumo salendo attraverso le castagne le asciuga lentamente, per circa 40 giorni, rendendole pronte per la sgusciatura e la macinatura.

Nella sola Garfagnana sino agli anni '50 i metati erano più di 7000, mentre i mulini, per la macinatura delle castagne secche, circa 250.
Queste sono le varietà garfagnine: Carpinese, Pontecosi, Mazzangaia, Pelosora, Rossola, Verdora, Nerona e Capannaccia.
Si tratta di varietà adatte ad essere trasformate in farina, conferendogli, ognuna di esse, particolari caratteristiche di sapore e gusto.

La Farina di Neccio della Garfagnana infatti si presenta finissima al tatto e al palato, di colore variabile dal bianco all'avorio scuro e con odore tipico delle castagne.
Tra le ricette tipiche troviamo infatti la polenta di farina di neccio, i manafregoli (farina di neccio cotta con il latte), il castagnaccio (pizza al forno ottenuta con farina di neccio, olio, noci e pinoli) e, per concludere, quello che potremmo definire il pane della Garfagnana che prende, appunto, il nome di "neccio" ed è prodotto con farina, acqua e sale.

La zona di produzione comprende questi Comuni della provincia di Lucca:
Castelnuovo di Garfagnana,
Castiglione Garfagnana,
Pieve Fosciana,
San Romano di Garfagnana,
Sillano,
Piazza al Serchio,
Minucciano,
Camporgiano,
Careggine,
Fosciandora,
Giuncugnano,
Molazzana,
Vergemoli,
Vagli,
Villa Collemandina,
Gallicano,
Borgo a Mozzano,
Barga,
Coreglia Antelminelli,
Fabbriche di Vallico,
Bagni di Lucca.

Per saperne di più, clikka QUI
Associazione Castanicoltori della Garfagnana: Via Vallisneri 18, Castelnuovo G.na (LU)

16 giu 2011

CINIPEDE del CASTAGNO: EVOLUZIONE AL 15 GIUGNO

Aggiornamento sulla evoluzione del Cinipede al 15 giugno


La "vespina" ha perforato la galla, che inizia a sgonfiarsi.
Adesso l'insetto sciamerà per alcuni giorni inoculando le uova che creeranno nuove galle il prossimo anno.


Gli aggiornamenti fotografici precedenti, si possono trovare QUI

15 giu 2011

COLLANE DI CASTAGNE: CASTAGNE DEL PRETE, BADOTI e FILSON

Le lunghe collane di castagne infilzate sono un prodotto tipico delle feste natalizie; le più celebri sono le "castagne del prete", preparate in Irpinia; ma anche nella Brianza Lombarda anticamente esistevano i "filsòn" , oppure la "culana d'badoti col pom ntl'mez" tipiche dell'Appennino tosco-ligure, collana di castagne con una mela nel mezzo: per prepararle si utilizzando i forni da pane presenti nelle abitazioni rurali.



Oggi sono prodotte quasi esclusivamente in Campania, particolarmente a Montella, con una tecnica di produzione che è rimasta invariata nei secoli: in locali detti “gratali”, le castagne fresche ancora con il guscio, vengono disposte su graticci di legno, al di sotto dei quali si accendono i fuochi alimentati da legna di castagno.
Il fuoco deve essere lasciato acceso per 15/20 giorni, in modo tale da fare seccare completamente le castagne, che dopo vanno tostate in forno per 30 minuti circa. A questo punto, per farle insaporire e reidratare, vengono immerse in cassoni di plastica pieni di acqua o di acqua e vino.

Ad Avellino si dicono castagne “infornate” o “nvornate”, quando vengono sgusciate prima di essere poste sul fuoco.
Quando, invece, le castagne sono caratterizzate da un’alta percentuale di umidità, nonostante la permanenza sui graticci, rimangono “mosce” e, una volta tolte dal fuoco, vengono infilate ad uno spago, a mo di rosario ed appese in attesa di essere consumate.

Le castagne mosce o “tenerelle”, in origine castagne del prete mal riuscite, oggi si preparano di proposito, poiché sono assai richieste dal mercato come specialità fuori dai normali circuiti della grande distribuzione.

14 giu 2011

STELLA: CHEESECAKE AL CAFFE CON TOP ALLE CASTAGNE

Stella ci propone una nuova ricetta con le castagne sul suo bellissimo blog UNA STELLA FRA I FORNELLI

Ricetta:

Ingredienti:

Per la base
150 gr biscotti tipo digestive
75 gr burro

Per la crema
100 gr di zucchero a velo
250 ml panna fresca da montare
250 gr philadelphia light
6 gr agar agar (o 10 gr di colla di pesce)
30 gr di caffe’ solubile

Per il top (io ho usato la meta')
250 gr di castagne
250 gr di latte
70 gr. di zucchero al velo
1 cucchiaino di cacao amaro
Vaniglia (qualche cm di 1 bacca)


La ricetta la trovate QUI

11 giu 2011

"RAMO DI CASTAGNO FIORITO" DI VAN GOGH

Altro capolavoro di Vincent VanGogh, dipinto a Saint-Rémy nel 1890, l'ultimo anno della sua vita.
"Ramo di castagno in fiore"
olio su tela
72,5 x 91 cm
Stiftung Sammlung E.G. Bührle, Zurigo



Blossoming Chestnut Branches, c.1890
Vincent van Gogh
Painted during the artist's Auvers-sur-Oise period in May of 1890, the final year of his life.
Oil on canvas
72,5 x 91 cm
Stiftung Sammlung E.G. Bührle, Zurich

9 giu 2011

VIDEO SUL MARRONS GLACES; ビデオマロングラッセ

Un bel video sulla produzione del marrons glacès realizzato dalla ditta Horvath.

マロングラッセHorvathさんの生産に素敵なビデオとは、企業によってした。



Maggiori informazioni sulla Horvath cliccando QUI

Horvathさんを知っている、ここをクリックしてください
リンク

3 giu 2011

MINESTRONE DI MARRONI NEL 1300

Esiste nel Medioevo una cucina locale?
Sì, a livello contadino, perché a base di prodotti locali.
No, se ci si sposta in città.
Una delle caratteristiche della cucina medioevale è quella di non apprezzare le cucine locali, in quanto identificate con la cucina contadina e quindi povera.
Nel Medioevo mangiare i prodotti del territorio è una cosa da “villani” cioè da contadini.
Dunque la cucina “alta” è una cucina “internazionale”, principalmente basata sulla carne arrostita, simbolo di caccia e vita all'aperto.

Nell'alimentazione delle campagne padane era molto usata la carne d'allevamento bollita, perchè permetteva di utilizzare al massimo le risorse, e la tradizionale minestra coi fagioli: non i fagioli attuali, originari dell’America, ma i fagioli cosiddetti “all’occhio”, una varietà di origine mediterranea.

Nelle più povere aree Alpine o Appenniniche veniva sostituita dal minestrone coi marroni che ne è una interessante variazione che attraversa le regioni ed i secoli.

Nell'opera "De magnalibus urbis Mediolani" composta dal milanese Bonvesin de la Riva in epoca viscontea e scritta in un pulito latino medievale con una diligenza statistica improntata al nuovo mondo mercantile delle "regine della Padania" (Venezia, Padova, Bologna, Mantova e Milano) viene testimoniata l'uso delle castagne:

"Appaiono poi le castagne quelle comuni e quelle nobili, vendute per l'intero corso dell'anno, in quantità immensamente abbondante, tanto ai cittadini quanto ai forestieri.
Cucinate in diverse maniere, esse rifocillano abbondantemente le nostre famiglie.
Si fanno cocere verdi sul fuoco e si mangiano dopo gli altri cibi al posto dei datteri, e a mio giudizio hanno un sapore migliore di quello dei datteri.
Spesso si lessano senza guscio e, cotte così, molti le mangiano con i cucchiai; oppure, buttata via l'acqua della cottura, spessissimo le masticano senza pane, o anzi al posto del pane.
Si danno ai malati dopo averle dissecate al sole e poi cotte a fuoco lento."




Interessante scrittore vissuto fra il 1240 ed il 1315, massimo esponente della letteratura volgare dell'Italia settentrionale del XIII secolo, precursore di una generazione di Dante, Bonvesin è ancora scrittore di un medioevo colto del quale ripete i motivi caratteristici della lotta fra bene e male, inferno e paradiso, rosa e viola, secondo lo schema moralistico del dramma religioso, ma in cui appaiono già i prodromi dell'esaltazione delle virtù borghesi rispetto a quelle aristocratiche.

Fu magister e fu frate terziario dell'Ordine degli Umiliati e fece parte dei decani dell'Ospedale nuovo.
Si allineò ai Visconti: nei "Carmina de Mensibus" allegorizza il tentativo di ribellione di Napo della Torre, la cui famiglia fu esiliata, dopo la sconfitta a Desio del 1277, a Marradi, ove tuttora vivono i discendenti nello splendido Palazzo Torriani, di cui si è parlato QUI.

1 giu 2011

CINIPEDE DEL CASTAGNO: AGGIORNAMENTO FOTOGRAFICO

E' trascorso un mese dal predente post (CLIKKA QUI) sull'evoluzione delle galle di cinipede sempre sullo stesso labero a Marradi (FI)

29/05/2011

Comparando le foto, si nota come non ci sia stata una grande aumento nelle dimensioni delle galle stesse: inoltre la pigmentazione rossa continua ad essere solo parziale.

29/05/2011

Utilizzando le etichette poste qui in basso, si può seguire l'evoluzione delle pubblicazioni su questo soggetto.