Cos’è il Cinipide galligeno del Castagno?
Purtroppo in Italia sono arrivati dei nuovi insetti, di origine cinese, che non hanno nemici naturali nel nostro habitat.
Sono arrivati probabilmente attraverso l'importazione di marze non adeguatamente fumigate: preferisco non commentare sul perchè la nazione con, in assoluto, la migliore qualità di castagne dovesse sviluppare un prodotto ibridato con del prodotto cinese qualitativamente inferiore.
Però il risultato di tutto ciò potrebbe essere la distruzione dei millenari castagneti italiani.
L’imenottero cinipide Dryocosmus kuriphilus Yatsumatsu è un piccolo insetto, particolarmente dannoso per il castagno, originario della Cina; è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2002 (prima segnalazione anche per l'Europa) nella provincia di Cuneo.
Gli attacchi di questo temibile fitofago possono determinare gravi danni, con perdite rilevanti non solo per quanto riguarda la produzione di frutti ma anche con riferimento agli accrescimenti legnosi.
Gli alberi de Castanea Sativa infatti non sono in grado di produrre frutti laddove vengano attaccati da questo insetto la cui popolazione è costituita di sole femmine
partenogenetiche, lunghe circa 2 mm e di colore nero con zampe giallo-brunastre, in grado di deporre fino a 100-150 uova senza accoppiarsi.
Con la comparsa degli adulti da fine maggio a luglio avviene la deposizione delle uova nelle gemme delle piante ospiti.
Le larve nascono a partire da mese di agosto e svernano nelle gemme: nella primavera successiva si formano vistose galle sui germogli, sulle nervature delle foglie e sulle infiorescenze. Le galle si presentano come escrescenze tondeggianti, con superficie liscia e lucida, inizialmente di color verde chiaro ed in seguito rosse.
Ecco la chioma di un maestoso castagno attaccato dalle galle del Cinipede.
A Marradi le prime segnalazioni sono del 2008: quest'anno avremo la prima raccolta con l'infestazione fortemente presente.
Attualmente si sta sviluppando un programma per combattere questo imenottero attraverso l'introduzione di un altro insetto antagonista, sempre di origine cinese: il Torymus sinensis.
Nel 2003 e nel 2004 sono state effettuate le prime prove di lotta biologica introducendo materiale di provenienza giapponese che hanno dato risultati soddisfacenti. Ora bisogna passare alla fase operativa sul territorio nazionale.
Speriamo che non ci sia inerzia da parte degli organi preposti a questa operazione, cosa che potrebbe costare carissima sia alla filiera economica legata al castagno, sia all'ecositema delle zone montane italiane.