Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni
Secolari dei Monti Cimini
(Angelo Bini - Proposta - Bozza n. 22)
Premessa
I Castagneti
Secolari dei Monti Cimini sono giunti sino a noi, dalla notte dei tempi, sani e
produttivi senza cure chimiche e con lavorazioni esclusivamente manuali.
Nel fine novecento si sono lentamente sviluppate le
infestazioni da Balanino (Curculio Propinquus -
Desbr.) e da Cydia Intermedia (Cydia Fagiglandana), già
tradizionalmente presenti in dimensione limitata e prodotte forse da fattori
climatici e lavorazioni e alterazioni del sottobosco con mezzi meccanici.
Nel 2004 si manifesta l’infestazione da
Cinipide del Castagno.
Nel 2009 si sviluppa ad altissimo grado
anche la tradizionale infestazione di Cydia Precoce (Pammene Fasciana).
Al fine di preservare questo immenso patrimonio viene
elaborato il seguente disciplinare unico obbligatorio per tutti gli operatori
castanicoli dei Monti Cimini.
Testo
Comitato
Il presente disciplinare sarà adottato
dagli Enti Pubblici competenti.
La sua attuazione e il suo rispetto sono
demandati, in prima istanza, al “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei
Castagni Secolari dei Monti Cimini”
composto da:
1 – Presidente Associazione
castanicoltori Vallecimina
2 – Presidente Cooperativa Agricola
Produttori Castagne di Canepina, Monti Cimini
3 – Rappresentante dei Sindaci dei
Comuni Castanicoli dei Monti Cimini
Ove esistano diritti e competenze con i
Consorzi stradali e altri Enti pubblici o privati il Comitato agirà previo
accordo con gli Enti medesimi.
In seguito il “Comitato di
Attuazione e Gestione del Disciplinare
Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” potrà essere
semplicemente chiamato Comitato.
Unità e
Integrità dell’Azienda Castanicola.
La
Castanicoltura è l’attività che più di ogni altra conferisce alla Montagna un
rapporto con la natura genuino, puro, bello e produttivo.
Secoli di
castanicoltura hanno donato alla natura un assetto gradevole, salubre, utile
alla vegetazione, agli animali, all’uomo.
Base di tutto
ciò è stata l’azienda castanicola tramite la quale l’uomo ha dato prova di
possedere alcune capacità che, forse, stanno scomparendo.
Da ciò
l’esigenza di affermare il principio della sua unicità ed integrità per
confermare e rilanciare il suo ruolo di promozione della Civiltà del Castagno.
Si riconosce
che tutta la produzione del castagneto e del relativo sottobosco appartiene
all’azienda castanicola.
Tutta la normativa in materia, compreso
il presente disciplinare, debbono permettere al castanicoltore di curare
castagneto e sottobosco senza turbative derivanti soprattutto dalla raccolta
dei funghi e degli altri frutti del sottobosco rispetto alla quale si permette,
talora, che gli estranei possano alterare in modo anche notevole le condizioni
normali di coltivazione e di preservazione dell’equilibrio naturale e
produttivo perseguite da azienda e castanicolture con tanto impegno,
investimenti e sacrifici.
E per difendere la dignità di chi con
tanto impegno si dedica alla castanicoltura e che al momento della raccolta dei
frutti, in particolare quelli del sottobosco, si vede, talora, offeso nei suoi
diritti e nelle sue giuste attese anche di ordine morale e psicologico.
Quindi la raccolta dei funghi e dei frutti e dei prodotti del sottobosco va fatta
nel rispetto delle norme sulla proprietà privata e il proprietario di un fondo
può vietare la raccolta dei funghi apponendo apposite tabelle di divieto.
Essi sono fondamentali anche per la
difesa della natura, dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico onde prevenire,
anche, il degrado, l’abbandono e tutte le tragiche conseguenze.
Aggiornamento professionale ed
attività ispettiva
Ogni anno il Comitato organizza corsi di
aggiornamento per la trasmissione al coltivatore delle basi e degli
aggiornamenti essenziali a garantire correttezza nello svolgimento della
professione nell’interesse del singolo, della natura e della collettività.
Le principali operazioni sul campo come
potatura, taglio dei polloni, taglio dell’erba, raccolta delle castagne e dei
prodotti del sottobosco devono essere dirette dal castanicolture che ha seguito
il corso il quale deve esibire il certificato di partecipazione.
Il Comitato organizzerà tutte le
attività ispettive che riterrà opportune sia per il rispetto del Disciplinare
sia per altre esigenze deliberate dal Comitato medesimo.
Zonizzazione
Le condizioni ambientali delle fustaie
di castagno destinate alla produzione devono essere quelle tradizionali della
zona.
Impianto
I sesti di impianto, le forme di
allevamento, i sistemi di potatura periodica e pluriennale, seguiranno le
pratiche tradizionali della zona pur dovendo garantire una densità di piante ad
ha compresa tra un minimo di 50 ad un massimo di 100.
Potature, Spollonatura, Falciature,
Biomasse
E’ istituto l’Albo dei Potatori che sarà
tenuto dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti
Cimini”.
Si accede all’Albo previa partecipazione
ad apposito corso e superamento di apposito esame secondo le regole e le
modalità definite dal Comitato medesimo.
Le potature vanno ripetute normalmente
ogni sette anni salvo deroghe concesse dal “Comitato di Attuazione e Gestione
del Disciplinare Unico per la
Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.
Il Comitato può rendere obbligatoria,
per ragioni di utilità collettiva, la potatura radicale o altre forme di
potatura.
Il taglio dei polloni rinascenti e della
vegetazione selvatica presente al di sotto della cicatrice di innesto deve
avvenire al massimo ogni due anni.
Le biomasse derivanti da potatura,
spollonatura e falciatura è opportuno che siano, in primo luogo, raccolte a
fini domestici in particolare per produrre legna da ardere o per utilizzazione
industriale tipo produzione di pellet o produzione di energia elettrica.
Servizi per le fasi di Coltivazione,
Raccolta, Lavorazione, Trasformazione e Commercializzazione
Il Comitato potrà promuovere
l'esecuzione collettiva dei Servizi per le fasi di Coltivazione, Raccolta,
Lavorazione, Trasformazione e Commercializzazione compresa la utilizzazione
delle biomasse.
Mezzi meccanici
L’uso dei mezzi meccanici deve avvenire
secondo le regole previste in questo disciplinare e in particolare rispettando
il sottobosco allo scopo di evitare che il taglio dell’erba possa danneggiare
le popolazioni biologiche che assicurano la salute del castagneto.
Non deve essere scalfito il suolo e non
si deve permettere che la temperatura del suolo stesso salga oltre i venti
gradi centigradi.
Anche durante le operazioni di taglio
dell’erba la medesima deve ergersi oltre il terreno non meno di cinque
centimetri sul modello del pratino inglese.
Strade
Le strade di accesso ai castagneti sono
veicolo di diffusione di agenti patogeni per cui l’accesso libero, seppur
disciplinato dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti
Cimini”, è limitato ai soli
proprietari dei fondi o loro delegati.
Ai bordi delle strade consortili saranno
coltivate, a cura dei consorzi stradali, siepi funzionali al mantenimento e
all’incremento della biodiversità.
Con esclusione dei proprietari e dei
loro delegati chiunque altro sia ammesso, dal “Comitato di Attuazione e
Gestione del Disciplinare Unico per la
Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” ad accedere alle strade delle zone coltivate a
castagneto ceduo e /o da frutto, contribuisce agli oneri consortili, nella
misura dell’importo deliberato dai Consorzi di Gestione delle strade rurali.
L’accesso avverrà normalmente in forma
pedonale, le singole persone dovranno essere munite dell’apposita
autorizzazione che a richiesta dovranno esibire anche ai singoli proprietari,
dovranno esporre il tesserino con i dati di
riconoscimento personale e non dovranno utilizzare recipienti con la
superficie coperta al fine di nascondere il contenuto.
Ove fosse autorizzato l’accesso in altre
forme i contributi e le addizionali saranno opportunamente adeguati dal
Comitato.
Fatti salvi i castanicoltori in caso di
accesso autorizzato di auto e veicoli di ogni tipo è vietato l’accesso ai
singoli fondi ed il parcheggio deve avvenire solamente negli spazzi a ciò
espressamente destinati.
Tali addizionali saranno determinate e
deliberate dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti
Cimini”.
Eventuali danni o oneri a carico degli
utenti occasionali saranno risarciti secondo la valutazione del “Comitato di
Attuazione e Gestione del Disciplinare
Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” o
secondo la legislazione vigente.
Sottobosco
Il sottobosco rappresenta la parte più
delicata del castagneto.
Esso va rispettato per tutto l’anno e
solamente a fine settembre si procede al taglio dell’erba soddisfacendo sia la
condizione di non scalfire il terreno sia quella di tosare l’erba in modo
ottimale per le operazioni di raccolta.
La biodiversità svolge un ruolo
fondamentale per salvaguardare la salute del castagneto.
Così come la simbiosi micorrizia ovvero l’associazione ancora molto
misteriosa anche per gli scienziati tra vita e salute della pianta ed i funghi
collegate dalle ife alle sue radici unanimemente giudicata vitale per la salute
della pianta e della sua produttività.
L’esempio
tipico è appunto l’associazione tra porcino e castagno che fu la prima
scientificamente studiata tanto evidente essa era.
I primi
studi furono condotti in Italia da Giuseppe Gibelli, botanico, che descrisse
per la prima volta la convivenza, come rapporto simbiotico, tra ife dei funghi
("cuffie di delicate ife fungine") e radici nel 1882, analizzando le
radici del castagno.
Queste
simbiosi sono, nella maggior parte dei casi, di tipo mutualistico,
per cui i due organismi portano avanti il loro ciclo vitale vivendo a stretto
contatto e traendo benefici reciproci, sia di natura nutrizionale che di altro
tipo.
Il
rapporto fungo e albero produce:
• acquisizione di nutrienti presenti in forme normalmente non disponibili per
le piante (ad esempio N nei composti organici);
• capacità di abbattere la presenza di composti fenolici e metalli
tossici nel suolo;
• protezione dagli stress idrici;
• protezione nei confronti di funghi parassiti e nematodi;
• benefici non nutrizionali dovuti, ad esempio, alla produzione di
fitormoni;
• accumulazione di nutrienti;
• costituzione di reti nutrizionali;
• supporto per i semenzali fornito dalle reti di ife nel terreno;
• trasferimento di nutrienti dalle piante ormai morte a quelle
vive.
A livello di ecosistema, tutto questo si traduce in una importante influenza:
• sui cicli dei nutrienti;
• sulle popolazioni microbiche della rizosfera, tramite modifiche
qualitative e quantitative degli essudati radicali;
• sulla struttura del suolo, che viene migliorata;
• sulle successioni primarie e secondarie delle vegetali.
Funghi, erbe e fiori, animali e insetti,
essenze e aromi vivificano aria, suolo e aspetto estetico donando agli alberi salute e bellezza.
Uno dei più importanti pregi del
castagneto è anche la sua capacità di offrire sensazioni preziose per il suo
aspetto, il paesaggio, le sensazioni, le atmosfere, ispirazioni e stimoli
importanti quanto la donazione di prodotti inerenti la sua redditività
strettamente economica.
Essi dovranno essere salvaguardati dal
castanicolture e da chiunque altro visiti e frequenti il terreno sempre ma in
particolare durante i mesi primaverili ed estivi dopo i quali, secondo quanto
stabilito dal Disciplinare o dal Comitato, si potrà preparare il terreno per la
raccolta annuale del frutto.
La eventuale raccolta di tali elementi
del sottobosco in assenza di norme nel presente Disciplinare sarà regolamentata
dal Comitato tenendo presente che essi, insieme ai frutti del sottobosco, sono funzionali alla
salute degli alberi per cui vanno totalmente gestiti dal coltivatore del
castagneto in una visione unitaria di tutto il sottobosco e nella simbiosi tra
il medesimo ed il bosco o castagneto.
Sarà cura del “Comitato di Attuazione e
Gestione del Disciplinare Unico per la
Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”, insieme, deliberare
regole di gestione del sottobosco e dei suoi frutti, anche, se opportuno,
secondo principi di rotazione.
La protezione del sottobosco deve
avvenire per incoraggiare e difendere la più alta biodiversità vegetale e
animale ma anche allo scopo di evitare la desertificazione del suolo alla luce
delle variazioni climatiche in atto.
Il sottobosco evita l’evaporazione
dell’acqua dal suolo ostacolando gli effetti negativi delle siccità che ormai
da anni affliggono pesantemente i nostri castagneti.
Acquisito con certezza il fatto che il
sottobosco è la parte dei castagneti oggi la più importante e delicata per il
futuro della castanicoltura esso va difeso, curato e regolamentato in modo
severo e rigoroso.
Le minacce maggiori sono tradizionalmente:
1 -
l’uso non appropriato dei mezzi meccanici nelle fasi di preparazione del
terreno per la raccolta del frutto e nella fase di raccolta delle castagne;
2 – l’invasione dei castagneti da parte
di persone estranee per la raccolta dei funghi.
Sarà cura del “Comitato di Attuazione e
Gestione del Disciplinare Unico per la
Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”:
1 – promuovere
corsi appropriati anche con esami finali e certificati abilitativi all’uso dei
mezzi meccanici, per gli addetti, a vario titolo, alla coltivazione dei
castagneti;
2 - promuovere
corsi appropriati anche con esami finali e certificati abilitativi alla ricerca
dei funghi;
3 – Calendari
e Regolamenti di utilizzazione dei mezzi meccanici;
4 – Calendari
e Regolamenti di raccolta dei frutti del sottobosco ed in particolare dei
funghi, anche fissando rotazioni territoriali e temporali.
Il sistema
delle regolamentazioni deve sempre permettendo ai castanicoltori di preservare
l’integrità del sottobosco (inteso come insieme organico di elementi vegetali,
biologici, botanici, micologici, frutticoli, etc.) e la piena gestione, in ogni
senso, del medesimo inteso come elemento biologico e botanico unico in perfetta
unione con gli alberi.
Le varie situazioni patologiche che hanno
messo in crisi la castanicoltura esigono rigore da parte del castanicolture sia
nel difendere bosco e sottobosco ma richiedono anche che il castanicolture
medesimo possa difendersi dai terzi che possono vanificare la buona conduzione
dei castagneti.
Le trasgressioni, da parte di chiunque
ne sia autore, delle regole inerenti le regolamentazioni sopra indicate o
richiamate saranno severamente punite con apposite sanzioni deliberate dal
“Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare
Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.
La gestione del bosco e del sottobosco
rientra nelle capacità e nelle competenze del castanicolture a titolo
originario: da ciò discende che il medesimo non è soggetto ad alcuna
autorizzazione particolare per l’esercizio delle funzioni sue proprie anche, ad
esempio nella raccolta e nella gestione dei prodotti siano essi castagne,
marroni, vegetali, frutti, funghi,
eccetera.
Tale attività oltre ad essere interna e
tipica della professione di castanicolture esprime l’aspetto economico che
contribuisce al redito dell’azienda e della famiglia, sostiene ed incentiva la
passione e la dedizione del medesimo alla difesa ed alla cura della natura e
del territorio.
Un sistema di valori che determinano la
prevenzione del degrado geologico e la prevenzione dei disastri ambientali
anche a valle.
Una buona e completa redditività del
castagneto contribuisce al benessere generale delle popolazioni montane ed alla permanenza dei giovani in un
ambiente salubre e ricco di buoni valori.
I frutti del sottobosco permettono
inoltre al conduttore del fondo di ampliare ed arricchire l’offerta di castagne e marroni con la
preparazione e l’offerta di tanti altri prodotti anche molto elaborati
attraverso i quali si esprimono con più completezza la creatività e la cultura
del genio delle popolazioni montane.
Comitato provvederà con cura a difendere con molta cura tutti i diritti del
castanicolture su bosco, sottobosco e relativi prodotti.
I prodotti del
sottobosco sono parte integrante della coltivazione del fondo e dell’azienda
del castanicolture per cui essi devono essere difesi e riservati al
castanicolture Ance in caso di fondo non chiuso.
La loro raccolta, nel caso di terreni di proprietà privata, è consentita,
anche se derivanti da autorizzazioni pubbliche, solo previo assenso ed
autorizzazione scritta a singole persone da perte del proprietario o del
possessore del fondo.
Sottobosco
e Pratino Inglese
Ridurre il sottobosco a pratino inglese
è sconsigliato e vietato tranne che dopo il ventuno settembre data d’ingresso
dell’Autunno e del clima fresco che eviti il raggiungimento della temperatura,
al suolo, di oltre i venti gradi centigradi oltre la quale i preziosi nematodi
ed altri organismi simili muoio.
Fino al ventuno settembre il sottobosco
deve essere lasciato assolutamente così come lo fa crescere la natura salvo le
operazioni inerenti i prodotti del sottobosco medesimo le quali, in ogni caso,
debbono essere svolte disturbando il sottobosco il minimo necessario.
Emergenze
In casi particolari il Comitato può
vietare al pubblico in modo assoluto e totale l’accesso ai singoli castagneti e
ai comprensori castanicoli.
Solo in casi di emergenza può essere vietato l’accesso ai produttori e
agli addetti alle operazioni di coltivazione.
Fertilizzazione
Il castagno ha radici e capillari superficiali per cui non tollera né
fuoco né sostanze chimiche anche sotto forma di fertilizzanti.
Se necessario può essere opportuno ricorrere alla fertilizzazione
biologica.
Importante è rispettare il sottobosco e il suolo fonti primarie della
fertilizzazione naturale a base di humus.
I fertilizzanti di sintesi, anche sotto forma di concimi fogliari, sono
assolutamente da evitare anche per il processo di desertificazione dovuto anche
al clima ed al ridotto ciclo delle acque.
Le acque piovane pur essendo diminuite di quantità si concentrano oggi in
periodi di tempo molto più ridotti rappresentando, per le forme violente e
rapide che assumono, una forte minaccia per l’erosione ed il degrado geologico
per cui è necessario ancor più oggi che nel passato curare e mantenere folto il
manto erboso su tutta la superficie dei castagneti.
Lotta alle Infestazioni e alle Malattie
Il castagneto nella sua storia ultramillenaria è stato sempre capace di
risolvere da solo i problemi intervenuti per la sopravvivenza dell’albero ed
anche per la sua produttività per cui sono vietati i trattamenti chimici e
fitosanitari di qualunque tipo salvo casi eccezionali autorizzati dal “Comitato
di Attuazione e Gestione del Disciplinare
Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.
In casi eccezionali previsti dagli organismi competenti saranno
programmate immissioni di antagonisti non autoctoni ai fini della lotta
biologica.
I fitofarmaci producono
1.
riduzione o sterminio di
intere popolazioni biologiche
2.
comparsa di nuove e forti
popolazioni di insetti infestanti
3.
trasformazione di insetti
occasionalmente dannosi in infestanti stabili.
Gli embrioni e i bambini
sono particolarmente sensibili agli effetti delle sostanze chimiche per il
fatto che i loro corpi non sono completamente formati.
In particolare bisogna considerare lo sviluppo
del cervello,del
sistema
nervoso, del sistema immunitario e degli organi genitali
Biodiversità, Siepi e Boschetti
Tutti i procedimenti di coltivazione devono essere attuati tenendo
presente che la biodiversità è una delle condizioni indispensabili per la
salute del castagneto.
Il sottobosco deve rimanere integro quanto più possibile e l’erba deve
essere tagliata solamente nei tempi strettamente necessari per rendere
possibile la raccolta.
Le siepi vanno difese ed estese a tutto il perimetro dei singoli
castagneti anche falciando l'erba o lavorando con il trinciaerba fino e non
oltre la distanza minima di un metro dalla linea esatta di confine. .
Produttori singoli o associati insieme agli Enti Pubblici istituiranno
boschetti di comprensorio.
Fauna e Caccia
La fauna sarà salvaguardata da ogni attività tendente a ridurne la
funzione tipica a favore dei castagneti e ne sarà regolamentata, anche con
divieti, se necessario, la caccia.
Talora, se necessario, saranno autorizzate forme opportune e legali per
contenere sviluppi dannosi di singole specie di animali.
Convenzioni assicurative e solidali
Il Comitato promuoverà, mediante ipotesi assicurative o simili o di altro
tipo anche volontarie, nuove ed originali, singole e/o collettive, la copertura
dei rischi inerenti l’esercizio della castanicoltura.
Le forme di solidarietà e di indennizzo suddette non sostituiscono le
prioritarie forme pubbliche esistenti, e non duplicano gli indennizzi ed i
risarcimenti.
Il castanicolture, in linea di principio, dovrà essere risarcito e
indennizzato sia per la perdita del prodotto e/o del reddito dei castagneti sia
per i danni subiti da animali, atti vandalici e di qualsiasi altra forma,
natura ed origine.
Il Fondo o i Fondi di Solidarietà saranno alimentati da risorse
pubbliche, collettive e individuali, o di altro tipo, la cui misura sarà
determinata secondo criteri oggettivi e di equità.
Muschio
Nei primi stradi del terreno vivono, difesi dalla frescura del fitto
sottobosco, numerose specie biologiche che difendono i castagni provocando la
morte delle larve di numerosi insetti
infestanti capaci di produrre gravi danni agli alberi, alla loro
capacità produttiva e al prodotto.
Particolarmente importante e significativa è, in tal senso, la funzione
dei muschi i quali vanno quindi difesi e preservati in modo particolare.
Essi, in particolare, aiutano, ancor meglio di erbe e felci, i Nematodi,
utili contro le larve degli insetti infestanti, a difendersi da raggi solari e
siccità.
Si ricordi che i Nematodi vivono nella frescura, per questo sono chiamati
“Anguillette”, e muoiono se nel loro ambiente arriva la siccità o se si
raggiunge un calore che supera i venti gradi centigradi.
Humus e Habitat
Humus e Habitat, in generale, insieme al loro arricchimento, dovranno
essere difesi e protetti da ogni minaccia anche con regolamenti specifici
approvati dal Comitato.
Castagneto Scuola
Tutto il sistema dei Castagneti Secolari dei Monti Cimini sarà
regolamentato dal Comitato anche per essere concepito come scuola per i giovani
e gli studenti organizzando percorsi didattici e centri museali e di studio e
ricerca non solo scientifici ed agronomici ma anche di cultura sia botanica che
umanistica operando collegamenti creativi tra scienza, storia e tradizione.
In tale ambito sarà studiata, valorizzata e diffusa l’alimentazione e la
gastronomia tipica dei territori e delle popolazioni castanicoli dei Monti
Cimini.
Marketing Territoriale e Valori Atavici del Castagneto
La valorizzazione dei castagneti e di tutto ciò che ad essi attiene deve
avvenire secondo logiche e visioni globali
che concepiscono la produzione come il frutto di un mondo che i tempi ed
i padri ci hanno consegnato e che noi dobbiamo preservare innanzitutto ed,
eventualmente, valorizzare senza alterare gli equilibri a noi trasmessi.
Nella consapevolezza che il mondo esterno verso il quale si rivolge la
nostra offerta non vuole da noi solamente prodotto ma anche valori: soprattutto
per la castagna la cui domanda è animata sia dalla bontà del frutto sia dalle
evocazione di storie e forme di vita ataviche.
Deludere tali aspettative vuol dire uccidere il nostro mondo in modo
irreparabile.
Così il Comitato avrà la massima cura nel conseguire l’obiettivo di
difendere nella sostanza la realtà e l’immagine del nostro territorio
castanicolo difendendo uno scrigno di beni e di valori nato dal rispetto
reciproco e dalla collaborazione atavica tra natura e nostri avi.
Avifauna e
Ripopolamento
Gli uccelli
svolgono la importantissima funzione di eliminazione degli insetti infestanti e
delle loro larve per cui vanno reintrodotte e difese da caccia, fitofarmaci,
ecc. le specie che sia nella tradizione sia nella moderna ornitologia sono
indicate come le più idonee a vivere nell’habitat particolare dei nostri
castagneti.
Avversità
La lotta alle avversità potrà avvenire solo dopo attenta analisi
scientifica del fenomeno con soluzioni concordate tra ricercatori, tecnici e
Comitato privilegiando, nell’ordine, autodifesa del castagno e del suo habitat
organicamente considerato come Insieme, lotta biologica scientificamente
testata, lotta biologica intergrata scientificamente testata, altri tipi di
lotta scientificamente testate.
Raccolta
La raccolta dei frutti deve avvenire tra
il 20 settembre e il 10 novembre di ogni anno.
La raccolta sarà effettuata a mano o con
macchine raccoglitrici aspiratrici trainate e raccattatrici semoventi idonee a
salvaguardare l’integrità del prodotto.
La resa oscilla tra un minimo di 2 t/ha
ad un massimo di 6 t/ha.
Integrità del Frutto
Le operazioni di produzione, cernita,
calibratura, trattamento, conservazione dei frutti debbono essere effettuate
senza danneggiarne l’integrità
Cura
La conservazione del prodotto dovrà
essere effettuata mediante cure in acqua fredda (“cura a
freddo”) senza aggiunta di alcun
additivo, o mediante sterilizzazione con bagno in acqua calda e successivo
bagno in acqua fredda (“cura a caldo”), sempre senza aggiunta di nessun
additivo.
Cura a Freddo
La “cura a freddo”, consiste
nell’immersione in grotte tufacee secolari (cantine) o in appositi
contenitori situati in idonei ambienti
per alcuni giorni (non più di sette) in acqua a temperatura ambiente.
Le castagne curate, ancora umide,
vengono ammucchiate e dopo un breve periodo vengono distese al suolo e selezionate per eliminare
i frutti ammuffiti.
Quindi vengono stese per l’asciugatura
in strati non superiore a 20 cm di spessore.
Nei primi giorni si operano frequenti
palleggiamenti (trapalature) manualmente o con pale di legno per una rapida
asciugatura o, in alternativa, sempre ai fini di una rapida asciugatura, le
castagne possono essere poste in appositi contenitori che consentano un travaso
giornaliero.
Questa tecnica permette, in condizioni
idonee una buona conservazione sanitaria dei frutti per almeno tre-quattro
mesi.
Cura a Caldo
La “cura a caldo” ha lo scopo di
prevenire la nascita di insetti distruggendone le uova, nonché di uccidere
tutti i parassiti presenti nei frutti allo stato larvale (balanino e
carpocapsa). Il prodotto viene scaricato in una tramoggia e caricato,
attraverso un nastro elevatore, in una vasca.
All’interno della vasca i frutti, in
continuo movimento, vengono a contatto con acqua calda (temperatura controllata
47° - 55°C) per un tempo di 35-40 minuti.
Dopo il lavaggio le castagne cadono in
una vasca di raffreddamento in cui stazionano per circa 15-30 minuti, subendo
contemporaneamente un’azione di schiumatura automatica per eliminare i frutti
difettosi che vengono a galla e sono separati da un’apposita attrezzatura.
Un nastro trasportatore raccoglie le
castagne rimaste e le convoglia immediatamente alla fase di gocciolatura e
asciugatura per ventilazione forzata.
Operazioni di Lavorazione e
Commercializzazione
Seguono poi la fase di spazzolatura,
cernita, calibratura e confezionamento.
Tipicità
Entro i confini del comprensorio
castanicolo di Vallerano e dei Monti
Cimini definiti dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei
Castagni Secolari dei Monti Cimini” in collaborazione con gli organi competenti è
possibile coltivare solamente le specie tipiche locali.
È già operante la DOP “Castagna di
Vallerano”.
Le altre specie tipiche locali sono per
Vallerano il “Marrone Premutico di Vallerano” e il “Marrone di Vallerano”.
Le specie tipiche dei restanti territori
dei monti Cimini sono il “Marrone Premutico dei Monti Cimini”, la “Castagna dei
Monti Cimini” e il “Marrone dei Monti Cimini”.
I prodotti tipici del bosco e sottobosco
in ambito zona DOP Vallerano sono inoltre il “Porcino di Vallerano”, l’”Ovulo di Vallerano”, il “Fungo Giallo di
Vallerano”, la “Lazza Grifola Frondosa di Vallerano”,
le”Fragole di Bosco di Vallerano”, le “More di Rovo di Vallerano”, le “Nespole
di Vallerano”.
I prodotti tipici del bosco e sottobosco
nel restante territorio dei Monti Cimini sono inoltre il “Porcino di Monti
Cimini”, l’”Ovulo di Monti Cimini”, il
“Fungo Giallo di Monti Cimini”, la
“Lazza Grifola Frondosa di Monti
Cimini”, le”Fragole di Bosco di Monti Cimini”, le “More di Rovo di Monti
Cimini”, le “Nespole di Monti Cimini”.
Bosco Ceduo
Ai Boschi Cedui si applicano, ove compatibili, tutte le norme del
presente Disciplinare salvo la possibilità per chi coltiva il ceduo di proporre
modifiche al “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti
Cimini”.
Rifiuti non agricoli
Per il rispetto della natura e
dell’ambiente è fatto obbligo a tutti di non lasciare o spargere rifiuti. I
rifiuti solidi vanno depositati negli
appositi recipienti o portati alle discariche pubbliche.
La Scuola della Castanicoltura
Sarà istituita una scuola permanente con
corsi regolari ed occasionali per conservare e trasmettere la cultura del
castagno e della castanicoltura curando anche Archivio e Biblioteca acquisendo,
se possibile, uno stabile idoneo.
Progetto d’Area
Il Comitato può attuare le
disposizioni del Disciplinare anche mediante un Progetto d’Area riguardante
tutto il Comprensorio dei Castagneti Secolari dei Monti Cimini.
Con tale Progetto sarà
programmato e gestito tutto il territorio sia in generale sia nei particolari.
Servizi tecnici e legali
Il Comitato organizzerà servizi tecnici
e legali individuali e collettivi a favore dei Castanicoltori.
Attuazione del Disciplinare
Ove l’attuazione e l’applicazione del
presente disciplinare lo richieda Comitato potrà adottare deliberazioni attuative, interpretative e integrative non
modificative e, in ogni caso, non in contrasto con spirito e lettera del
medesimo.
Modifiche
del Disciplinare
Il presente disciplinare potrà essere
modificato su proposta del “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei
Castagni Secolari dei Monti Cimini” o di un Consiglio Comunale interno al
Comprensorio castanicolo (Canepina, Vallerano, Carbognano, Caprarola) o con una
proposta firmata da almeno cento produttori.
Sintesi del Disciplinare
Il Comitato, se necessario, provvederà
alla redazione di una sintesi rapidamente consultabile o composta dai punti
essenziali più importanti del presente Disciplinare.
L’Ente Unico per la Gestione dei
Castagneti Secolari dei Monti Cimini
Le competenze normative e gestionali dei
nostri castagneti, allo stato attuale, sono articolate in più soggetti sia
pubblici che privati.
È insito nello spirito del presente
Disciplinare l’auspicio che, fatte salve le prerogative e le competenze
caratteristiche dei proprietari e dei conduttori dei fondi, si attui quanto più
possibile il conferimento della totalità delle competenze in un unico Ente
quale Comitato.
Seguono allegati Tecnici e
Scientifici
Tabella Ripopolamento Avifauna
Periodo
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Uccello
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Pianta
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Arbusto
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Erba
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Fiore
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Altro
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Insetti
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Angelo Bini
altacollina@live.it