30 ott 2013

PROPOSTA DI DISCIPLINARE PER I CASTAGNETI DEI MONTI CIMINI di Angelo Bini

Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini

(Angelo Bini - Proposta - Bozza n. 22)

Premessa

I Castagneti Secolari dei Monti Cimini sono giunti sino a noi, dalla notte dei tempi, sani e produttivi senza cure chimiche e con lavorazioni esclusivamente manuali.

L’unica tradizionale grave patologia è rappresentata dal Mal dell’Inchiostro causato da due funghi, Phytophthora Cambivora e Phytophthora Cinnamomi, i quali si sviluppano in ambienti umidi.

Nel 1950 si è sviluppato il Cancro Corticale causato dalla Cryphonectria Parasitica importata dagli USA.

Nel fine novecento si sono lentamente sviluppate le infestazioni da Balanino (Curculio Propinquus - Desbr.) e da Cydia Intermedia (Cydia Fagiglandana), già tradizionalmente presenti in dimensione limitata e prodotte forse da fattori climatici e lavorazioni e alterazioni del sottobosco con mezzi meccanici.

Nel 2004 si manifesta l’infestazione da Cinipide del Castagno.

Nel 2009 si sviluppa ad altissimo grado anche la tradizionale infestazione di Cydia Precoce (Pammene Fasciana).

Al fine di preservare questo immenso patrimonio viene elaborato il seguente disciplinare unico obbligatorio per tutti gli operatori castanicoli dei Monti Cimini.

Testo

Comitato

Il presente disciplinare sarà adottato dagli Enti Pubblici competenti.

La sua attuazione e il suo rispetto sono demandati, in prima istanza, al “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”
composto da:
1 – Presidente Associazione castanicoltori Vallecimina
2 – Presidente Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Canepina, Monti Cimini
3 – Rappresentante dei Sindaci dei Comuni Castanicoli dei Monti Cimini

Ove esistano diritti e competenze con i Consorzi stradali e altri Enti pubblici o privati il Comitato agirà previo accordo con gli Enti medesimi.

In seguito il  “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” potrà essere semplicemente chiamato Comitato.

Unità e Integrità dell’Azienda Castanicola.

La Castanicoltura è l’attività che più di ogni altra conferisce alla Montagna un rapporto con la natura genuino, puro, bello e produttivo.

Secoli di castanicoltura hanno donato alla natura un assetto gradevole, salubre, utile alla vegetazione, agli animali, all’uomo.

Base di tutto ciò è stata l’azienda castanicola tramite la quale l’uomo ha dato prova di possedere alcune capacità che, forse, stanno scomparendo.

Da ciò l’esigenza di affermare il principio della sua unicità ed integrità per confermare e rilanciare il suo ruolo di promozione della Civiltà del Castagno.

Si riconosce che tutta la produzione del castagneto e del relativo sottobosco appartiene all’azienda castanicola.

Tutta la normativa in materia, compreso il presente disciplinare, debbono permettere al castanicoltore di curare castagneto e sottobosco senza turbative derivanti soprattutto dalla raccolta dei funghi e degli altri frutti del sottobosco rispetto alla quale si permette, talora, che gli estranei possano alterare in modo anche notevole le condizioni normali di coltivazione e di preservazione dell’equilibrio naturale e produttivo perseguite da azienda e castanicolture con tanto impegno, investimenti e sacrifici.

E per difendere la dignità di chi con tanto impegno si dedica alla castanicoltura e che al momento della raccolta dei frutti, in particolare quelli del sottobosco, si vede, talora, offeso nei suoi diritti e nelle sue giuste attese anche di ordine morale e psicologico.

Quindi la raccolta dei funghi e dei frutti e dei prodotti del sottobosco va fatta nel rispetto delle norme sulla proprietà privata e il proprietario di un fondo può vietare la raccolta dei funghi apponendo apposite tabelle di divieto.

Essi sono fondamentali anche per la difesa della natura, dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico onde prevenire, anche, il degrado, l’abbandono e tutte le tragiche conseguenze.

Aggiornamento professionale ed attività ispettiva

Ogni anno il Comitato organizza corsi di aggiornamento per la trasmissione al coltivatore delle basi e degli aggiornamenti essenziali a garantire correttezza nello svolgimento della professione nell’interesse del singolo, della natura e della collettività.

Le principali operazioni sul campo come potatura, taglio dei polloni, taglio dell’erba, raccolta delle castagne e dei prodotti del sottobosco devono essere dirette dal castanicolture che ha seguito il corso il quale deve esibire il certificato di partecipazione.

Il Comitato organizzerà tutte le attività ispettive che riterrà opportune sia per il rispetto del Disciplinare sia per altre esigenze deliberate dal Comitato medesimo.

Zonizzazione

Le condizioni ambientali delle fustaie di castagno destinate alla produzione devono essere quelle tradizionali della zona.

Impianto

I sesti di impianto, le forme di allevamento, i sistemi di potatura periodica e pluriennale, seguiranno le pratiche tradizionali della zona pur dovendo garantire una densità di piante ad ha compresa tra un minimo di 50 ad un massimo di 100.

Potature, Spollonatura, Falciature, Biomasse

E’ istituto l’Albo dei Potatori che sarà tenuto dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.

Si accede all’Albo previa partecipazione ad apposito corso e superamento di apposito esame secondo le regole e le modalità definite dal Comitato medesimo.

Le potature vanno ripetute normalmente ogni sette anni salvo deroghe concesse dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.

Il Comitato può rendere obbligatoria, per ragioni di utilità collettiva, la potatura radicale o altre forme di potatura.

Il taglio dei polloni rinascenti e della vegetazione selvatica presente al di sotto della cicatrice di innesto deve avvenire al massimo ogni due anni.

Le biomasse derivanti da potatura, spollonatura e falciatura è opportuno che siano, in primo luogo, raccolte a fini domestici in particolare per produrre legna da ardere o per utilizzazione industriale tipo produzione di pellet o produzione di energia elettrica.

Servizi per le fasi di Coltivazione, Raccolta, Lavorazione, Trasformazione e Commercializzazione

Il Comitato potrà promuovere l'esecuzione collettiva dei Servizi per le fasi di Coltivazione, Raccolta, Lavorazione, Trasformazione e Commercializzazione compresa la utilizzazione delle biomasse.

Mezzi meccanici

L’uso dei mezzi meccanici deve avvenire secondo le regole previste in questo disciplinare e in particolare rispettando il sottobosco allo scopo di evitare che il taglio dell’erba possa danneggiare le popolazioni biologiche che assicurano la salute del castagneto.

Non deve essere scalfito il suolo e non si deve permettere che la temperatura del suolo stesso salga oltre i venti gradi centigradi.

Anche durante le operazioni di taglio dell’erba la medesima deve ergersi oltre il terreno non meno di cinque centimetri sul modello del pratino inglese.

Strade

Le strade di accesso ai castagneti sono veicolo di diffusione di agenti patogeni per cui l’accesso libero, seppur disciplinato dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”,  è limitato ai soli proprietari dei fondi o loro delegati.

Ai bordi delle strade consortili saranno coltivate, a cura dei consorzi stradali, siepi funzionali al mantenimento e all’incremento della biodiversità.

Con esclusione dei proprietari e dei loro delegati chiunque altro sia ammesso, dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” ad  accedere alle strade delle zone coltivate a castagneto ceduo e /o da frutto, contribuisce agli oneri consortili, nella misura dell’importo deliberato dai Consorzi di Gestione delle strade rurali.

L’accesso avverrà normalmente in forma pedonale, le singole persone dovranno essere munite dell’apposita autorizzazione che a richiesta dovranno esibire anche ai singoli proprietari, dovranno esporre il tesserino con i dati di  riconoscimento personale e non dovranno utilizzare recipienti con la superficie coperta al fine di nascondere il contenuto.

Ove fosse autorizzato l’accesso in altre forme i contributi e le addizionali saranno opportunamente adeguati dal Comitato.

Fatti salvi i castanicoltori in caso di accesso autorizzato di auto e veicoli di ogni tipo è vietato l’accesso ai singoli fondi ed il parcheggio deve avvenire solamente negli spazzi a ciò espressamente destinati.

Tali addizionali saranno determinate e deliberate dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.

Eventuali danni o oneri a carico degli utenti occasionali saranno risarciti secondo la valutazione del “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini” o secondo la legislazione vigente.

Sottobosco

Il sottobosco rappresenta la parte più delicata del castagneto.

Esso va rispettato per tutto l’anno e solamente a fine settembre si procede al taglio dell’erba soddisfacendo sia la condizione di non scalfire il terreno sia quella di tosare l’erba in modo ottimale per le operazioni di raccolta.

La biodiversità svolge un ruolo fondamentale per salvaguardare la salute del castagneto.

Così come la simbiosi micorrizia ovvero l’associazione ancora molto misteriosa anche per gli scienziati tra vita e salute della pianta ed i funghi collegate dalle ife alle sue radici unanimemente giudicata vitale per la salute della pianta e della sua produttività.
L’esempio tipico è appunto l’associazione tra porcino e castagno che fu la prima scientificamente studiata tanto evidente essa era.
I primi studi furono condotti in Italia da Giuseppe Gibelli, botanico, che descrisse per la prima volta la convivenza, come rapporto simbiotico, tra ife dei funghi ("cuffie di delicate ife fungine") e radici nel 1882, analizzando le radici del castagno.
Queste simbiosi sono, nella maggior parte dei casi, di tipo mutualistico, per cui i due organismi portano avanti il loro ciclo vitale vivendo a stretto contatto e traendo benefici reciproci, sia di natura nutrizionale che di altro tipo.
Il rapporto fungo e albero produce:
   • acquisizione di nutrienti presenti in forme normalmente non disponibili per le piante (ad esempio N nei composti organici);
   • capacità di abbattere la presenza di composti fenolici e metalli tossici nel suolo;
   • protezione dagli stress idrici;
   • protezione nei confronti di funghi parassiti e nematodi;
   • benefici non nutrizionali dovuti, ad esempio, alla produzione di fitormoni;
   • accumulazione di nutrienti;
   • costituzione di reti nutrizionali;
   • supporto per i semenzali fornito dalle reti di ife nel terreno;
   • trasferimento di nutrienti dalle piante ormai morte a quelle vive.

A livello di ecosistema, tutto questo si traduce in una importante influenza:

   • sui cicli dei nutrienti;
   • sulle popolazioni microbiche della rizosfera, tramite modifiche qualitative e quantitative degli essudati radicali;
   • sulla struttura del suolo, che viene migliorata;
   • sulle successioni primarie e secondarie delle vegetali.
Funghi, erbe e fiori, animali e insetti, essenze e aromi vivificano aria, suolo e aspetto estetico  donando agli alberi salute e bellezza.

Uno dei più importanti pregi del castagneto è anche la sua capacità di offrire sensazioni preziose per il suo aspetto, il paesaggio, le sensazioni, le atmosfere, ispirazioni e stimoli importanti quanto la donazione di prodotti inerenti la sua redditività strettamente economica.

Essi dovranno essere salvaguardati dal castanicolture e da chiunque altro visiti e frequenti il terreno sempre ma in particolare durante i mesi primaverili ed estivi dopo i quali, secondo quanto stabilito dal Disciplinare o dal Comitato, si potrà preparare il terreno per la raccolta annuale del frutto.

La eventuale raccolta di tali elementi del sottobosco in assenza di norme nel presente Disciplinare sarà regolamentata dal Comitato tenendo presente che essi, insieme ai  frutti del sottobosco, sono funzionali alla salute degli alberi per cui vanno totalmente gestiti dal coltivatore del castagneto in una visione unitaria di tutto il sottobosco e nella simbiosi tra il medesimo ed il bosco o castagneto.

Sarà cura del “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”, insieme, deliberare regole di gestione del sottobosco e dei suoi frutti, anche, se opportuno, secondo principi di rotazione.

La protezione del sottobosco deve avvenire per incoraggiare e difendere la più alta biodiversità vegetale e animale ma anche allo scopo di evitare la desertificazione del suolo alla luce delle variazioni climatiche in atto.

Il sottobosco evita l’evaporazione dell’acqua dal suolo ostacolando gli effetti negativi delle siccità che ormai da anni affliggono pesantemente i nostri castagneti.

Acquisito con certezza il fatto che il sottobosco è la parte dei castagneti oggi la più importante e delicata per il futuro della castanicoltura esso va difeso, curato e regolamentato in modo severo e rigoroso.

Le minacce maggiori sono tradizionalmente:
1 -  l’uso non appropriato dei mezzi meccanici nelle fasi di preparazione del terreno per la raccolta del frutto e nella fase di raccolta delle castagne;
2 – l’invasione dei castagneti da parte di persone estranee per la raccolta dei funghi.

Sarà cura del “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”:
1 – promuovere corsi appropriati anche con esami finali e certificati abilitativi all’uso dei mezzi meccanici, per gli addetti, a vario titolo, alla coltivazione dei castagneti;
2 - promuovere corsi appropriati anche con esami finali e certificati abilitativi alla ricerca dei funghi;
3 – Calendari e Regolamenti di utilizzazione dei mezzi meccanici;
4 – Calendari e Regolamenti di raccolta dei frutti del sottobosco ed in particolare dei funghi, anche fissando rotazioni territoriali e temporali.

Il sistema delle regolamentazioni deve sempre permettendo ai castanicoltori di preservare l’integrità del sottobosco (inteso come insieme organico di elementi vegetali, biologici, botanici, micologici, frutticoli, etc.) e la piena gestione, in ogni senso, del medesimo inteso come elemento biologico e botanico unico in perfetta unione con gli alberi.

Le varie situazioni patologiche che hanno messo in crisi la castanicoltura esigono rigore da parte del castanicolture sia nel difendere bosco e sottobosco ma richiedono anche che il castanicolture medesimo possa difendersi dai terzi che possono vanificare la buona conduzione dei castagneti.

Le trasgressioni, da parte di chiunque ne sia autore, delle regole inerenti le regolamentazioni sopra indicate o richiamate saranno severamente punite con apposite sanzioni deliberate dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”. 

La gestione del bosco e del sottobosco rientra nelle capacità e nelle competenze del castanicolture a titolo originario: da ciò discende che il medesimo non è soggetto ad alcuna autorizzazione particolare per l’esercizio delle funzioni sue proprie anche, ad esempio nella raccolta e nella gestione dei prodotti siano essi castagne, marroni, vegetali,  frutti, funghi, eccetera.

Tale attività oltre ad essere interna e tipica della professione di castanicolture esprime l’aspetto economico che contribuisce al redito dell’azienda e della famiglia, sostiene ed incentiva la passione e la dedizione del medesimo alla difesa ed alla cura della natura e del territorio.

Un sistema di valori che determinano la prevenzione del degrado geologico e la prevenzione dei disastri ambientali anche a valle.

Una buona e completa redditività del castagneto contribuisce al benessere generale delle popolazioni  montane ed alla permanenza dei giovani in un ambiente salubre e ricco di buoni valori.

I frutti del sottobosco permettono inoltre al conduttore del fondo di ampliare ed arricchire  l’offerta di castagne e marroni con la preparazione e l’offerta di tanti altri prodotti anche molto elaborati attraverso i quali si esprimono con più completezza la creatività e la cultura del genio delle popolazioni montane.

Comitato provvederà con cura a difendere con molta cura tutti i diritti del castanicolture su bosco, sottobosco e relativi prodotti.

I prodotti del sottobosco sono parte integrante della coltivazione del fondo e dell’azienda del castanicolture per cui essi devono essere difesi e riservati al castanicolture Ance in caso di fondo non chiuso.

La loro raccolta, nel caso di terreni di proprietà privata, è consentita, anche se derivanti da autorizzazioni pubbliche, solo previo assenso ed autorizzazione scritta a singole persone da perte del proprietario o del possessore del fondo.

Sottobosco e Pratino Inglese

Ridurre il sottobosco a pratino inglese è sconsigliato e vietato tranne che dopo il ventuno settembre data d’ingresso dell’Autunno e del clima fresco che eviti il raggiungimento della temperatura, al suolo, di oltre i venti gradi centigradi oltre la quale i preziosi nematodi ed altri organismi simili muoio.

Fino al ventuno settembre il sottobosco deve essere lasciato assolutamente così come lo fa crescere la natura salvo le operazioni inerenti i prodotti del sottobosco medesimo le quali, in ogni caso, debbono essere svolte disturbando il sottobosco il minimo necessario.

Emergenze

In casi particolari il Comitato può vietare al pubblico in modo assoluto e totale l’accesso ai singoli castagneti e ai comprensori castanicoli.

Solo in casi di emergenza può essere vietato l’accesso ai produttori e agli addetti alle operazioni di coltivazione.

Fertilizzazione

Il castagno ha radici e capillari superficiali per cui non tollera né fuoco né sostanze chimiche anche sotto forma di fertilizzanti.

Se necessario può essere opportuno ricorrere alla fertilizzazione biologica.

Importante è rispettare il sottobosco e il suolo fonti primarie della fertilizzazione naturale a base di humus.

I fertilizzanti di sintesi, anche sotto forma di concimi fogliari, sono assolutamente da evitare anche per il processo di desertificazione dovuto anche al clima ed al ridotto ciclo delle acque.

Le acque piovane pur essendo diminuite di quantità si concentrano oggi in periodi di tempo molto più ridotti rappresentando, per le forme violente e rapide che assumono, una forte minaccia per l’erosione ed il degrado geologico per cui è necessario ancor più oggi che nel passato curare e mantenere folto il manto erboso su tutta la superficie dei castagneti.

Lotta alle Infestazioni e alle Malattie

Il castagneto nella sua storia ultramillenaria è stato sempre capace di risolvere da solo i problemi intervenuti per la sopravvivenza dell’albero ed anche per la sua produttività per cui sono vietati i trattamenti chimici e fitosanitari di qualunque tipo salvo casi eccezionali autorizzati dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.

In casi eccezionali previsti dagli organismi competenti saranno programmate immissioni di antagonisti non autoctoni ai fini della lotta biologica.

I fitofarmaci producono
1.        riduzione o sterminio di intere popolazioni biologiche
2.       comparsa di nuove e forti popolazioni di insetti infestanti
3.       trasformazione di insetti occasionalmente dannosi in infestanti stabili.
Gli embrioni e i bambini sono particolarmente sensibili agli effetti delle sostanze chimiche per il fatto che i loro corpi non sono completamente formati.
 In particolare bisogna considerare lo sviluppo del cervello,del
sistema nervoso, del sistema immunitario e degli organi genitali


Biodiversità, Siepi e Boschetti

Tutti i procedimenti di coltivazione devono essere attuati tenendo presente che la biodiversità è una delle condizioni indispensabili per la salute del castagneto.

Il sottobosco deve rimanere integro quanto più possibile e l’erba deve essere tagliata solamente nei tempi strettamente necessari per rendere possibile la raccolta.

Le siepi vanno difese ed estese a tutto il perimetro dei singoli castagneti anche falciando l'erba o lavorando con il trinciaerba fino e non oltre la distanza minima di un metro dalla linea esatta di confine. .

Produttori singoli o associati insieme agli Enti Pubblici istituiranno boschetti di comprensorio.

Fauna e Caccia

La fauna sarà salvaguardata da ogni attività tendente a ridurne la funzione tipica a favore dei castagneti e ne sarà regolamentata, anche con divieti, se necessario, la caccia.

Talora, se necessario, saranno autorizzate forme opportune e legali per contenere sviluppi dannosi di singole specie di animali.

Convenzioni assicurative e solidali

Il Comitato promuoverà, mediante ipotesi assicurative o simili o di altro tipo anche volontarie, nuove ed originali, singole e/o collettive, la copertura dei rischi inerenti l’esercizio della castanicoltura.

Le forme di solidarietà e di indennizzo suddette non sostituiscono le prioritarie forme pubbliche esistenti, e non duplicano gli indennizzi ed i risarcimenti.

Il castanicolture, in linea di principio, dovrà essere risarcito e indennizzato sia per la perdita del prodotto e/o del reddito dei castagneti sia per i danni subiti da animali, atti vandalici e di qualsiasi altra forma, natura ed origine.

Il Fondo o i Fondi di Solidarietà saranno alimentati da risorse pubbliche, collettive e individuali, o di altro tipo, la cui misura sarà determinata secondo criteri oggettivi e di equità.

Muschio

Nei primi stradi del terreno vivono, difesi dalla frescura del fitto sottobosco, numerose specie biologiche che difendono i castagni provocando la morte delle larve di numerosi insetti  infestanti capaci di produrre gravi danni agli alberi, alla loro capacità produttiva e al prodotto.

Particolarmente importante e significativa è, in tal senso, la funzione dei muschi i quali vanno quindi difesi e preservati in modo particolare.

Essi, in particolare, aiutano, ancor meglio di erbe e felci, i Nematodi, utili contro le larve degli insetti infestanti, a difendersi da raggi solari e siccità.

Si ricordi che i Nematodi vivono nella frescura, per questo sono chiamati “Anguillette”, e muoiono se nel loro ambiente arriva la siccità o se si raggiunge un calore che supera i venti gradi centigradi.

Humus e Habitat

Humus e Habitat, in generale, insieme al loro arricchimento, dovranno essere difesi e protetti da ogni minaccia anche con regolamenti specifici approvati dal Comitato.

Castagneto Scuola

Tutto il sistema dei Castagneti Secolari dei Monti Cimini sarà regolamentato dal Comitato anche per essere concepito come scuola per i giovani e gli studenti organizzando percorsi didattici e centri museali e di studio e ricerca non solo scientifici ed agronomici ma anche di cultura sia botanica che umanistica operando collegamenti creativi tra scienza, storia e tradizione.

In tale ambito sarà studiata, valorizzata e diffusa l’alimentazione e la gastronomia tipica dei territori e delle popolazioni castanicoli dei Monti Cimini.

Marketing Territoriale e Valori Atavici del Castagneto

La valorizzazione dei castagneti e di tutto ciò che ad essi attiene deve avvenire secondo logiche e visioni globali  che concepiscono la produzione come il frutto di un mondo che i tempi ed i padri ci hanno consegnato e che noi dobbiamo preservare innanzitutto ed, eventualmente, valorizzare senza alterare gli equilibri a noi trasmessi.

Nella consapevolezza che il mondo esterno verso il quale si rivolge la nostra offerta non vuole da noi solamente prodotto ma anche valori: soprattutto per la castagna la cui domanda è animata sia dalla bontà del frutto sia dalle evocazione di storie e forme di vita ataviche.

Deludere tali aspettative vuol dire uccidere il nostro mondo in modo irreparabile.

Così il Comitato avrà la massima cura nel conseguire l’obiettivo di difendere nella sostanza la realtà e l’immagine del nostro territorio castanicolo difendendo uno scrigno di beni e di valori nato dal rispetto reciproco e dalla collaborazione atavica tra natura e nostri avi.

Avifauna e Ripopolamento

Gli uccelli svolgono la importantissima funzione di eliminazione degli insetti infestanti e delle loro larve per cui vanno reintrodotte e difese da caccia, fitofarmaci, ecc. le specie che sia nella tradizione sia nella moderna ornitologia sono indicate come le più idonee a vivere nell’habitat particolare dei nostri castagneti.

Avversità

La lotta alle avversità potrà avvenire solo dopo attenta analisi scientifica del fenomeno con soluzioni concordate tra ricercatori, tecnici e Comitato privilegiando, nell’ordine, autodifesa del castagno e del suo habitat organicamente considerato come Insieme, lotta biologica scientificamente testata, lotta biologica intergrata scientificamente testata, altri tipi di lotta scientificamente testate.

Raccolta

La raccolta dei frutti deve avvenire tra il 20 settembre e il 10 novembre di ogni anno.

La raccolta sarà effettuata a mano o con macchine raccoglitrici aspiratrici trainate e raccattatrici semoventi idonee a salvaguardare l’integrità del prodotto.

La resa oscilla tra un minimo di 2 t/ha ad un massimo di 6 t/ha.

Integrità del Frutto

Le operazioni di produzione, cernita, calibratura, trattamento, conservazione dei frutti debbono essere effettuate senza danneggiarne l’integrità

Cura
La conservazione del prodotto dovrà essere effettuata mediante cure in acqua fredda (“cura a
freddo”) senza aggiunta di alcun additivo, o mediante sterilizzazione con bagno in acqua calda e successivo bagno in acqua fredda (“cura a caldo”), sempre senza aggiunta di nessun additivo.

Cura a Freddo

La “cura a freddo”, consiste nell’immersione in grotte tufacee secolari (cantine) o in appositi
contenitori situati in idonei ambienti per alcuni giorni (non più di sette) in acqua a temperatura ambiente.

Le castagne curate, ancora umide, vengono ammucchiate e dopo un breve periodo vengono  distese al suolo e selezionate per eliminare i frutti ammuffiti.

Quindi vengono stese per l’asciugatura in strati non superiore a 20 cm di spessore.

Nei primi giorni si operano frequenti palleggiamenti (trapalature) manualmente o con pale di legno per una rapida asciugatura o, in alternativa, sempre ai fini di una rapida asciugatura, le castagne possono essere poste in appositi contenitori che consentano un travaso giornaliero.

Questa tecnica permette, in condizioni idonee una buona conservazione sanitaria dei frutti per almeno tre-quattro mesi.

Cura a Caldo

La “cura a caldo” ha lo scopo di prevenire la nascita di insetti distruggendone le uova, nonché di uccidere tutti i parassiti presenti nei frutti allo stato larvale (balanino e carpocapsa). Il prodotto viene scaricato in una tramoggia e caricato, attraverso un nastro elevatore, in una vasca.

All’interno della vasca i frutti, in continuo movimento, vengono a contatto con acqua calda (temperatura controllata 47° - 55°C) per un tempo di 35-40 minuti.

Dopo il lavaggio le castagne cadono in una vasca di raffreddamento in cui stazionano per circa 15-30 minuti, subendo contemporaneamente un’azione di schiumatura automatica per eliminare i frutti difettosi che vengono a galla e sono separati da un’apposita attrezzatura.

Un nastro trasportatore raccoglie le castagne rimaste e le convoglia immediatamente alla fase di gocciolatura e asciugatura per ventilazione forzata.

Operazioni di Lavorazione e Commercializzazione

Seguono poi la fase di spazzolatura, cernita, calibratura e confezionamento.

Tipicità

Entro i confini del comprensorio castanicolo di Vallerano e  dei Monti Cimini definiti dal “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”  in collaborazione con gli organi competenti è possibile coltivare solamente le specie tipiche locali.

È già operante la DOP “Castagna di Vallerano”.

Le altre specie tipiche locali sono per Vallerano il “Marrone Premutico di Vallerano” e il “Marrone di Vallerano”.

Le specie tipiche dei restanti territori dei monti Cimini sono il “Marrone Premutico dei Monti Cimini”, la “Castagna dei Monti Cimini” e il “Marrone dei Monti Cimini”.

I prodotti tipici del bosco e sottobosco in ambito zona DOP Vallerano sono inoltre il “Porcino di Vallerano”,  l’”Ovulo di Vallerano”, il “Fungo Giallo di Vallerano”,  la “Lazza Grifola Frondosa di Vallerano”, le”Fragole di Bosco di Vallerano”, le “More di Rovo di Vallerano”, le “Nespole di Vallerano”.

I prodotti tipici del bosco e sottobosco nel restante territorio dei Monti Cimini sono inoltre il “Porcino di Monti Cimini”,  l’”Ovulo di Monti Cimini”, il “Fungo Giallo di Monti Cimini”,  la “Lazza Grifola Frondosa di Monti Cimini”, le”Fragole di Bosco di Monti Cimini”, le “More di Rovo di Monti Cimini”, le “Nespole di Monti Cimini”.

Bosco Ceduo

Ai Boschi Cedui si applicano, ove compatibili, tutte le norme del presente Disciplinare salvo la possibilità per chi coltiva il ceduo di proporre modifiche al “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”.

Rifiuti non agricoli

Per il rispetto della natura e dell’ambiente è fatto obbligo a tutti di non lasciare o spargere rifiuti. I
rifiuti solidi vanno depositati negli appositi recipienti o portati alle discariche pubbliche.

La Scuola della Castanicoltura

Sarà istituita una scuola permanente con corsi regolari ed occasionali per conservare e trasmettere la cultura del castagno e della castanicoltura curando anche Archivio e Biblioteca acquisendo, se possibile, uno stabile idoneo.

Progetto d’Area

Il Comitato può attuare le disposizioni del Disciplinare anche mediante un Progetto d’Area riguardante tutto il Comprensorio dei Castagneti Secolari dei Monti Cimini.

Con tale Progetto sarà programmato e gestito tutto il territorio sia in generale sia nei particolari.

Servizi tecnici e legali

Il Comitato organizzerà servizi tecnici e legali individuali e collettivi a favore dei Castanicoltori.

Attuazione del Disciplinare

Ove l’attuazione e l’applicazione del presente disciplinare lo richieda Comitato potrà adottare deliberazioni attuative, interpretative e integrative non modificative e, in ogni caso, non in contrasto con spirito e lettera del medesimo.

Modifiche del Disciplinare

Il presente disciplinare potrà essere modificato su proposta del “Comitato di Attuazione e Gestione del Disciplinare Unico per la Coltivazione dei Castagni Secolari dei Monti Cimini”  o di un Consiglio Comunale interno al Comprensorio castanicolo (Canepina, Vallerano, Carbognano, Caprarola) o con una proposta firmata da almeno cento produttori.

Sintesi del Disciplinare

Il Comitato, se necessario, provvederà alla redazione di una sintesi rapidamente consultabile o composta dai punti essenziali più importanti del presente Disciplinare.

L’Ente Unico per la Gestione dei Castagneti Secolari dei Monti Cimini

Le competenze normative e gestionali dei nostri castagneti, allo stato attuale, sono articolate in più soggetti sia pubblici che privati.

È insito nello spirito del presente Disciplinare l’auspicio che, fatte salve le prerogative e le competenze caratteristiche dei proprietari e dei conduttori dei fondi, si attui quanto più possibile il conferimento della totalità delle competenze in un unico Ente quale Comitato.

Seguono allegati Tecnici e Scientifici

Tabella Ripopolamento Avifauna
Periodo
Uccello
Pianta
Arbusto
Erba
Fiore
Altro
Insetti

























































Angelo Bini

altacollina@live.it