Il raccolto di castagne del 2016 si profila esser il peggiore di sempre per quella che resta la prima regione d’Italia solo per quanto riguarda il potenziale produttivo.
E’ questo il dato emerso dal confronto con le associazioni di categoria al tavolo convocato dall'assessorato alle Politiche agricole della Regione Campania, alla presenza del delegato all’agricoltura del presidente Vincenzo De Luca, Franco Alfieri e del presidente della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, Maurizio Petracca.
La situazione è precipitata in pochi giorni, sia a causa dei noti problemi legati al Cinipide sia per fattori climatici.
Non si vedono ricci e per quei pochi presenti sulle piante non resta che sperare che arrivino a maturazione.
Rispetto al potenziale produttivo regionale che è pari a 30.000 tons, per il 2016 si prevede un crollo del 95%, con una produzione lorda vendibile che potrebbe attestarsi a non più 1.500 tonnellate.
イタリア栗 , italian chestnuts , châtaignes et marrons italiens , castañas italianas , الايطالية الكستناء
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27 lug 2016
14 lug 2016
CINIPIDE DEL CASTAGNO: A VITERBO UN INCONTRO-STUDIO SUL GRAVE PROBLEMA
Giornata di
studio sulla
Lotta Biologica
al Cinipide del castagno
Martedì 19 Luglio 2016
ore
17
presso la sede
ARSIAL
Via Cassia
Cimina Km 16 Caprarola
(VT)
ORE 18 INCONTRO CON I
PRODUTTORI PRESSO LA SEDE ARSIAL DI
CAPRAROLA
Introduce
Pompeo Mascagna
(Presidente
Assofrutti)
Relazione del Prof.
Alberto
Alma
La lotta
biologica:
una realtà per il controllo
del Cinipide.
Al termine della
relazione i produttori e le loro associazioni, gli agronomi, i rappresentanti
degli enti pubblici formuleranno i loro quesiti al Prof. Alberto
Alma.
NB: i quesiti possono essere anche anticipatamente
inviati ad Angelo Bini all'indirizzo altacollina@live.it in modo che il Prof Alberto Alma li
possa selezionare e raggruppare.
Per informazioni Tel. 0761645327 (Francesco Fabrizi) – 3247792034
(Fernando Testa)
Angelo Bini
altacollina@live.it
3288375467
28 apr 2014
SEMINARIO: INVASIONE DI INSETTI NOCIVI ALL'AGRICOLTURA
Analisi dei rischi nel contesto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione. Un seminario di 20 ore, presso la Facolta di Agraria di Bologna, aperto a tutti
Bologna, 5-6-7 giugno 2014 - Un seminario di formazione della durata di 20 ore
Conoscere gli insetti significa prevedere le conseguenze economiche e ambientali che hanno sulle colture.
Il fenomeno dell'introduzione di organismi alieni è un processo che avviene ormai da secoli ed è considerato a tutti gli effetti come una minaccia a livello globale.
Negli ultimi 20-30 anni il commercio sempre più rapido e globalizzato, associato al fenomeno dei cambiamenti climatici, hanno facilitato la diffusione degli organismi esotici nel paese d'introduzione determinando un tasso di introduzione di specie aliene sempre più elevato.
PROGRAMMA: SintesiIl seminario sarà strutturato in 3 giorni, con il seguente programma:
Giovedi 05 giugno, ore 09.00 - 18.00Parte: 1 - Le principali cause dell'introduzione di nuove specie fitofaghe.
Parte: 2 - Il ruolo della Pest Risk Analysis per definire la pericolosità delle IAS
Parte: 3 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-1
Venerdi 06 giugno, ore 09.00 - 18.00Parte: 4 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-2
Parte: 5 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-3
Parte: 6 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-4
Sabato 07 giugno, ore 09.00 - 13.00Parte: 7 - I cambiamenti alla difesa fitosanitaria
Parte: 8 -I rischi di future introduzioni
Al termine: - Consegna ATTESTATO di Frequenza valido per i Crediti Formativi
DOCENTI: Dr Massimo Bariselli - Entomologo agrario presso Regione Emilia-RomagnaScarica il PROGRAMMA dettagliato, con la scaletta oraria, in fondo alla pagina
DURATA: 3 giorni - giovedi 05 giugno, dalle ore 09.00 alle ore 18.00; venerdi 06 giugno, dalle ore 09.00 alle 18.00; sabato 07 giugno, dalle ore 09.00 alle ore 13.00; per un totale di 20,00 ore effettive di lezione.
Posti disponibili: minimo 10, massimo 30.
SEDE del SEMINARIODipartimento di Scienze Agrarie, Università degli Studi di BolognaViale Fanin, 44 - 40127 - Bologna tel: +39 051 2096240
web: http://www.scienzeagrarie.unibo.it/it
QUOTA di ISCRIZIONE: € 280,00 + IVA
Questa attività di formazione rientra tra i costi deducibili nella misura del 50% per i redditi dei liberi professionisti. (artt. 53 e 54 del D.P.R. 22.12.1986 N. 817 e successive modifiche).
SCONTI€ 80,00 di sconto per le preiscrizioni ricevute entro il 28 aprile.
€ 20,00 di sconto/persona, per iscrizioni di almeno due partecipanti della stessa Azienda (unica fatturazione)
Le spese di viaggio, vitto e alloggio, sono a carico dei partecipanti.
MODALITA' DI ISCRIZIONE
Scaricare il MODULO di pre-iscrizione al LINK in fondo alla pagina web
Al momento della pre-iscrizione, il partecipante riceverà una comunicazione con le modalità di conferma di partecipazione.
- Per la pre-iscrizione al SEMINARIO compilare il modulo ed inviarlo a: formazione@fritegotto.it
- E' possibile fare la pre-iscrizione, entro il termine del 28 aprile, per avere diritto agli SCONTI, previo versamento del 50% della quota.
- Dovrà essere effettuato il pagamento del SALDO 15 giorni prima dell'inizio.
- Per maggiori informazioni: Telefonare: 348-7208196, oppure email: formazione@fritegotto.it
CREDITI FORMATIVI:
- Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato di frequenza che può essere valido ai fini del riconoscimento dei crediti formativi professionali.
LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE DA DIRITTO A:
- Partecipazione al corso
- Atti del corso
- Attestato di frequenza
ANNULLAMENTO O RINUNCIA:- Qualora il corso non si tenga o venga annullato per mancato raggiungimento del numero minimo o per qualunque altra causa attribuibile all'organizzazione, sarà restituito integralmente quanto versato.
- Se la rinuncia perviene con un preavviso superiore ai 15 giorni dall'inizio del corso sarà restituito integralmente quanto versato, detratte le spese bancarie per il bonifico.
- Se la rinuncia perviene 7 giorni prima dell'inizio del corso sarà restituito integralmente quanto versato, con una penale del 15%.
- Se la rinuncia perviene entro 3 giorni lavorativi dall'inizio del corso sarà restituito solo il 50% di quanto versato.
- Se non viene comunicata alcuna rinuncia entro l'inizio del corso verrà trattenuta l'intera quota versata ed emessa regolare fattura.
SCARICA il ModuloPreIscrizione al Seminario
Conoscere gli insetti significa prevedere le conseguenze economiche e ambientali che hanno sulle colture.
Il fenomeno dell'introduzione di organismi alieni è un processo che avviene ormai da secoli ed è considerato a tutti gli effetti come una minaccia a livello globale.
Negli ultimi 20-30 anni il commercio sempre più rapido e globalizzato, associato al fenomeno dei cambiamenti climatici, hanno facilitato la diffusione degli organismi esotici nel paese d'introduzione determinando un tasso di introduzione di specie aliene sempre più elevato.
PROGRAMMA: SintesiIl seminario sarà strutturato in 3 giorni, con il seguente programma:
Giovedi 05 giugno, ore 09.00 - 18.00Parte: 1 - Le principali cause dell'introduzione di nuove specie fitofaghe.
Parte: 2 - Il ruolo della Pest Risk Analysis per definire la pericolosità delle IAS
Parte: 3 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-1
Venerdi 06 giugno, ore 09.00 - 18.00Parte: 4 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-2
Parte: 5 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-3
Parte: 6 - Parte speciale: organismi nocivi a prevalente impatto agricolo-4
Sabato 07 giugno, ore 09.00 - 13.00Parte: 7 - I cambiamenti alla difesa fitosanitaria
Parte: 8 -I rischi di future introduzioni
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DOCENTI: Dr Massimo Bariselli - Entomologo agrario presso Regione Emilia-RomagnaScarica il PROGRAMMA dettagliato, con la scaletta oraria, in fondo alla pagina
DURATA: 3 giorni - giovedi 05 giugno, dalle ore 09.00 alle ore 18.00; venerdi 06 giugno, dalle ore 09.00 alle 18.00; sabato 07 giugno, dalle ore 09.00 alle ore 13.00; per un totale di 20,00 ore effettive di lezione.
Posti disponibili: minimo 10, massimo 30.
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CREDITI FORMATIVI:
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LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE DA DIRITTO A:
- Partecipazione al corso
- Atti del corso
- Attestato di frequenza
ANNULLAMENTO O RINUNCIA:- Qualora il corso non si tenga o venga annullato per mancato raggiungimento del numero minimo o per qualunque altra causa attribuibile all'organizzazione, sarà restituito integralmente quanto versato.
- Se la rinuncia perviene con un preavviso superiore ai 15 giorni dall'inizio del corso sarà restituito integralmente quanto versato, detratte le spese bancarie per il bonifico.
- Se la rinuncia perviene 7 giorni prima dell'inizio del corso sarà restituito integralmente quanto versato, con una penale del 15%.
- Se la rinuncia perviene entro 3 giorni lavorativi dall'inizio del corso sarà restituito solo il 50% di quanto versato.
- Se non viene comunicata alcuna rinuncia entro l'inizio del corso verrà trattenuta l'intera quota versata ed emessa regolare fattura.
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18 gen 2014
PRIMI RISULTATI DELLA LOTTA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO
Confermo da Cuneo, che è stata purtroppo la porta di ingresso del cinipide in Europa, che l’azione del limitatore naturale è efficace e risolutiva.
Già nel 2013 nelle vallate di primo insediamento (Valli Vermenagna, Colla, Pesio e Gesso) il cinipide è apparso a rischio estinzione. Credo che nel prossimo biennio l’intero Piemonte sarà cinipide-free.
Ricordo quando avevamo contattato i colleghi in Usa e Giappone per avere delle galle parassitizzate da Torymus. Dall’America erano stati categorici: non si trovano più galle a pagarle!
Ho motivo di ritenere che nei prossimi anni il problema sarà progressivamente risolto in tutta Italia.
A questo punto possiamo anzi dobbiamo iniziare a pensare al “dopo”. Non è una battuta. Teniamo infatti presente che i problemi della castanicoltura sussistevano già tutti prima dell’infestazione del cinipide.
Quindi cerchiamo di utilizzare i prossimi anni di presumibile euforia per costruire serie basi per la piena rinascita della castanicoltura.
Ce lo chiedono l’economia delle valli, ma anche il paesaggio, i valori legati alla tradizione…
Cordialità.
Dott. Silvio Pellegrino
direttore del CRESO Ricerca di Cuneo
Già nel 2013 nelle vallate di primo insediamento (Valli Vermenagna, Colla, Pesio e Gesso) il cinipide è apparso a rischio estinzione. Credo che nel prossimo biennio l’intero Piemonte sarà cinipide-free.
Ricordo quando avevamo contattato i colleghi in Usa e Giappone per avere delle galle parassitizzate da Torymus. Dall’America erano stati categorici: non si trovano più galle a pagarle!
Ho motivo di ritenere che nei prossimi anni il problema sarà progressivamente risolto in tutta Italia.
A questo punto possiamo anzi dobbiamo iniziare a pensare al “dopo”. Non è una battuta. Teniamo infatti presente che i problemi della castanicoltura sussistevano già tutti prima dell’infestazione del cinipide.
Quindi cerchiamo di utilizzare i prossimi anni di presumibile euforia per costruire serie basi per la piena rinascita della castanicoltura.
Ce lo chiedono l’economia delle valli, ma anche il paesaggio, i valori legati alla tradizione…
Cordialità.
Dott. Silvio Pellegrino
direttore del CRESO Ricerca di Cuneo
14 gen 2014
LA LOMBARDIA ED I SUOI CASTAGNETI
la Lombardia non è da tempo la regione che produceva nel 1950 circa 165mila quintali di castagne.
Già negli anni '90 del secolo scorso si era scesi a circa 9.000 quintali.
Sono cambiati i tempi ed è vero, ma i circa 82.000 ettari a prevalenza di castagno rappresentano una risorsa culturale, paesaggistica ed economica che può e deve essere valorizzata.
Nei numerosi incontri che teniamo con i castanicoltori ribadiamo con forza che il Cinipide è un problema contingente: ha avuto un inizio e avrà una fine.
L'attenzione sul castagno, che la sua presenza ha determinato, non dovrà spegnersi quando il problema sarà superato (già nel 2012 a Robilante (CN) non si vedevano galle in bosco e dallo scorso anno anche in Lombardia abbiamo diverse realtà a buon punto).
Che fare per il dopo?
La realtà della castanicoltura lombarda è legata non già a produttori professionisti, ma a proprietari di selve e di piante spesso monumentali, che presentano un'oggettiva difficoltà ad essere recuperate e mantenute.
Sorprendentemente in questi ultimi anni, di pur sempre magre soddisfazioni, sono nate alcune associazioni e consorzi che dovrebbero essere riconosciute anche da sostegni finanziari necessari perché tali comunità possano crescere ed affermarsi.
Credo non sia solo un problema lombardo, ma il finanziamento delle associazioni dovrebbe essere previsto allo stesso modo di quello riferito alle produzioni professionali.
Se queste ultime sono finalizzate al reddito, non sono meno importanti quei soggetti che, grazie alla loro opera, mantengono vive le selve, i boschi, i paesaggi e le tradizioni che le accompagnano.
Il valore culturale non dovrebbe così essere meno importante di quello economico nella salvaguardia del "nostro" Castagno.
Con i miei migliori saluti
Marco Boriani
*******************************
Dott. Agr. Marco Boriani
Servizio fitosanitario regionale
Piazza Città di Lombardia 1
20124 MILANO
Già negli anni '90 del secolo scorso si era scesi a circa 9.000 quintali.
Sono cambiati i tempi ed è vero, ma i circa 82.000 ettari a prevalenza di castagno rappresentano una risorsa culturale, paesaggistica ed economica che può e deve essere valorizzata.
Nei numerosi incontri che teniamo con i castanicoltori ribadiamo con forza che il Cinipide è un problema contingente: ha avuto un inizio e avrà una fine.
L'attenzione sul castagno, che la sua presenza ha determinato, non dovrà spegnersi quando il problema sarà superato (già nel 2012 a Robilante (CN) non si vedevano galle in bosco e dallo scorso anno anche in Lombardia abbiamo diverse realtà a buon punto).
Che fare per il dopo?
La realtà della castanicoltura lombarda è legata non già a produttori professionisti, ma a proprietari di selve e di piante spesso monumentali, che presentano un'oggettiva difficoltà ad essere recuperate e mantenute.
Sorprendentemente in questi ultimi anni, di pur sempre magre soddisfazioni, sono nate alcune associazioni e consorzi che dovrebbero essere riconosciute anche da sostegni finanziari necessari perché tali comunità possano crescere ed affermarsi.
Credo non sia solo un problema lombardo, ma il finanziamento delle associazioni dovrebbe essere previsto allo stesso modo di quello riferito alle produzioni professionali.
Se queste ultime sono finalizzate al reddito, non sono meno importanti quei soggetti che, grazie alla loro opera, mantengono vive le selve, i boschi, i paesaggi e le tradizioni che le accompagnano.
Il valore culturale non dovrebbe così essere meno importante di quello economico nella salvaguardia del "nostro" Castagno.
Con i miei migliori saluti
Marco Boriani
*******************************
Dott. Agr. Marco Boriani
Servizio fitosanitario regionale
Piazza Città di Lombardia 1
20124 MILANO
23 set 2013
Conferenza: I "FRUTTI" DELLA LOTTA BIOLOGICA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO
Nell’ambito dell’ attività programmata dal CSDC per il 2013, in questo ultimo trimestre, sono previsti 3 Incontri sul Castagno, il primo dei quali si terrà presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Dino Campana” di Marradi il 18 Ottobre.
In questo appuntamento il Prof. Alberto Alma riferirà su :
I PRIMI "FRUTTI" DELLA LOTTA BIOLOGICA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO
Sarà questo un appuntamento di grande interesse, non solo per chi già ha potuto “toccare con mano” visitando la Castanicoltura Cuneese, ma un po’ per tutti, in quanto poter disporre delle conoscenze scientifiche ed applicative di un luminare qual’ è il Prof. Alma, è cosa assolutamente da non trascurare …
10 set 2013
I PRIMI CASTAGNETI GUARITI DAL CINIPIDE, di Angelo Bini
.
Nel Maggio 2012 in una riunione del Tavolo Castanicolo Nazionale si ripresenta la discussione sull’uso dei fitofarmaci nei castagneti.
La tesi che i fitofarmaci vadano banditi dai castagneti prevale ancora.
Mentre con il Prof. Alberto Alma, docente di Entomologia all’Università di Torino, ci rechiamo alla Stazione per prendere i rispettivi treni mi viene naturale chiedere se era possibile visitare qualche castagneto piemontese guarito.
Alma acconsentì immediatamente e mi disse che bisognava impegnarsi per fare quella visita soprattutto con i produttori propensi all’uso dei fitofarmaci per far vedere come in un ambiente sano vi sono castagneti sani.
Purtroppo la nostra cooperativa era già entrata in crisi per assenza di produzione e abbiamo deciso di attendere la disponibilità di un qualche ente pubblico.
Ad Ottobre 2012 riceviamo la visita di due amici tecnici del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia.
Loro hanno già visitato i castagneti piemontesi “curati” da Alma e ci dicono che effettivamente sono “guariti”.
All’inizio dell’estate del 2012 si apre, forse, la possibilità dell’impegno di un ente pubblico per organizzare la visita.
Lo comunichiamo ad Alma il quale ci propone di andare il 5 Settembre 2013 insieme a un gruppo di produttori del Mugello.
Non è possibile perché da noi a quella data è in corso la raccolta delle nocciole.
Personalmente però parto insieme agli amici del Mugello,in particolare di Marradi ove spesso ci siamo recati per lavori e convegni nell’ambito del Centro di Studio e Documentazione del Castagno presieduto dal Prof. Elvio Bellini che è stato già docente di Ortofrutticoltura in diverse parti del mondo e presso l’Università di Firenze.
Il cinque andiamo e con noi è Bellini.
A Chiusa di Pesio visitiamo subito un’azienda agricola sperimentale della Regione Piemonte nell’ambito della quale si trova anche un centro di riproduzione del Torymus Sinensis.
Siamo accolti da due collaboratrici di Alma e dal direttore dell’azienda.
Viene fatta la Storia dell’azienda e quindi ci viene mostrata la vegetazione di castagno del centro dalla quale un a volta venivano prelevate le galle dalle quali estrarre il Torymus: oggi essa è priva di galle perché il Torymus ha portato a totale controllo l’ormai esigua popolazione del Cinipide.
Non una galla, non una galla: sembra da non crederci ma è così.
Passiamo quindi nel reparto ove attendono gli strumenti di allevamento ed estrazione del Torymus dalle galle mature che le ragazze di Alma dicono di dover andare a prelevare in castagneti ancora infestati fuori dal Piemonte, sperano di trovarle in Val d’Aosta.
Ancora increduli veniamo accompagnati in un parco comunale ove vi è un bosco ceduo con ai margini un parco pubblico ed il Museo Etnografico (il nome è un altro ma non lo ricordo).
Ci accoglie Alma, un piacevole pranzo al sacco e quindi la visita al bosco ceduo.
È ora che inizio a organizzare la documentazione video con Alma che accetta di farsi riprendere mentre spiega ma per un mio errore tecnico le riprese non vi saranno.
Peccato perché questo di oggi è un avvenimento storico.
Alma ci fa visitare il bosco ceduo di castagno: niente galle dell’ultimo anno, solo galle secche degli scorsi anni.
Sulle galle secche interviene Giacomo Borgna medico castanicoltore di Caprarola (VT) il quale chiede il ruolo dello Gnomoniopsis Pascoe nella lotta al Cinipide.
Alma spiega che la spora ha attaccato le galle ed ha contribuito a seccarle ma la sua azione presenta due problemi: oltre al Cinipide uccide anche il Torymus e produce il marciume nel frutto della castagna.
Di più non ritiene di dire perché non intende invadere il campo dei micologi e dei fitopatologi.
In sintesi appare schematicamente:
Torymus e Gnomoniopsis contro il Cinipide del Castagno
1. Torymus elimina Cinipide
2. Gnomoniopsis elimina Cinipide
3. Torymus non elimina Gnomoniopsis
4. Gnomoniopsis elimina Torymus
5. Torymus non produce marcio nella castagna
6. Gnomoniopsis produce marcio nella castagna
7. Ulteriori elementi verranno dagli studi di Micologia e Fitopatologia
Segue visita al Museo ove sono esposti oggetti bellissimi attinenti l’antica castanicoltura locale.
Visita quindi al castagneto secolare di Robilante a 25 Km dal confine con la Francia.
Lunga camminata su una stradina che conduce su una collina verdissima ricca di piante di mele destinate alla produzione di sidro.
Poi una cascina bellissima.
Subito dopo la cascina il castagneto ove il proprietario sta tosando l’erba con il decespugliatore.
Anche qui nessuna galla.
Al ritorno al centro della cittadina un ruscello dalle acque limpide con pesci di medie dimensioni che giocano a risalire la corrente.
Ed ora a Cuneo un castagneto “moderno” ovvero di nuovo impianto composto da essenze di Marzol e Bouche de Betizac.
Di piccole dimensioni, meno di un ettaro, si trova su un declivio interno ad un’azienda zootecnica di grosse dimensioni per cui l’impianto è irrigato e fertilizzato con letame.
Infatti si vede perché oltre al fatto che anche sul Marzol vi sono solo galle vecchie e nessuna nuova le piante presentano foglie larghe e verdissime nonché ricci tanti e grandi.
Precisato che il Bouche de Betizac non è attaccato per natura dal Cinipide, ancora non è stato compreso il perché, viene fatto notare dal proprietario che una pianta fa dei ricci giganti molto richiesti da negozi di lusso di Torino e Milano per allestire le loro vetrine in Autunno e Inverno.
Una gustosa nota finale: fino a poco tempo fa il proprietario, lì presente col trattore e la pala per sollevare il fieno, sosteneva con Alma che la guarigione non era venuta dal Torymus ma dall’acqua e dal tanto letame che alle piante aveva dato lui.
Bellini sottolinea come lodevolmente il produttore si era impegnato a curare le piante anche quando esse non davano frutto.
Una gran galoppata per il ritorno con l’invito da parte di Bellini e i produttori del Mugello a rivederci presto a Marradi per prossimi impegni interni al Centro di Documentazione e Studio sul Castagno.
Ora a noi.
Purtroppo il sollievo che ci deriva dall’esperienza del Piemonte attiene solo ad un aspetto della nostra realtà: quello della infestazione da Cinipide al quale, a modo loro, provvederanno, se ne faciliteremo il compito, Gnomoniopsis, con le conseguenze sul frutto, e Torymus Sinensis.
Per le altre due attuali infestazioni e quelle altre che saranno provocate dai fitofarmaci, secondo la letteratura botanica sono circa cinquanta, ci attendono due compiti immani:
1. la regolamentazione dell’uso dei mezzi meccanici, il calendario della falciatura del sottobosco, la diffusione del seme della felce aquilina, eccetera, al fine di favorire il riformarsi dello Strato-Rete dei Nematodi gli unici in grado di controllare le popolazioni delle larve che svernano sottoterra
2. la istituzione dl Parco Naturale dei Monti Cimini con divieto assoluto della Caccia e ripopolamento dell’Avifauna perché solo gli uccelli sono in grado di tenere sotto controllo le popolazioni di larve che svernano sui e dentro i tronchi dei castagni.
Non esistono scorciatoie chimiche al riequilibrio della nostra Natura.
Il nostro obiettivo, quindi, è la Rinaturalizzazione dei Castagneti mediante lo strumento del Parco Naturale dei Monti Cimini.
Vallerano, 9 Settembre 2013
Angelo Bini
Nel Maggio 2012 in una riunione del Tavolo Castanicolo Nazionale si ripresenta la discussione sull’uso dei fitofarmaci nei castagneti.
La tesi che i fitofarmaci vadano banditi dai castagneti prevale ancora.
Mentre con il Prof. Alberto Alma, docente di Entomologia all’Università di Torino, ci rechiamo alla Stazione per prendere i rispettivi treni mi viene naturale chiedere se era possibile visitare qualche castagneto piemontese guarito.
Alma acconsentì immediatamente e mi disse che bisognava impegnarsi per fare quella visita soprattutto con i produttori propensi all’uso dei fitofarmaci per far vedere come in un ambiente sano vi sono castagneti sani.
Purtroppo la nostra cooperativa era già entrata in crisi per assenza di produzione e abbiamo deciso di attendere la disponibilità di un qualche ente pubblico.
Ad Ottobre 2012 riceviamo la visita di due amici tecnici del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia.
Loro hanno già visitato i castagneti piemontesi “curati” da Alma e ci dicono che effettivamente sono “guariti”.
All’inizio dell’estate del 2012 si apre, forse, la possibilità dell’impegno di un ente pubblico per organizzare la visita.
Lo comunichiamo ad Alma il quale ci propone di andare il 5 Settembre 2013 insieme a un gruppo di produttori del Mugello.
Non è possibile perché da noi a quella data è in corso la raccolta delle nocciole.
Personalmente però parto insieme agli amici del Mugello,in particolare di Marradi ove spesso ci siamo recati per lavori e convegni nell’ambito del Centro di Studio e Documentazione del Castagno presieduto dal Prof. Elvio Bellini che è stato già docente di Ortofrutticoltura in diverse parti del mondo e presso l’Università di Firenze.
Il cinque andiamo e con noi è Bellini.
A Chiusa di Pesio visitiamo subito un’azienda agricola sperimentale della Regione Piemonte nell’ambito della quale si trova anche un centro di riproduzione del Torymus Sinensis.
Siamo accolti da due collaboratrici di Alma e dal direttore dell’azienda.
Viene fatta la Storia dell’azienda e quindi ci viene mostrata la vegetazione di castagno del centro dalla quale un a volta venivano prelevate le galle dalle quali estrarre il Torymus: oggi essa è priva di galle perché il Torymus ha portato a totale controllo l’ormai esigua popolazione del Cinipide.
Non una galla, non una galla: sembra da non crederci ma è così.
Passiamo quindi nel reparto ove attendono gli strumenti di allevamento ed estrazione del Torymus dalle galle mature che le ragazze di Alma dicono di dover andare a prelevare in castagneti ancora infestati fuori dal Piemonte, sperano di trovarle in Val d’Aosta.
Ancora increduli veniamo accompagnati in un parco comunale ove vi è un bosco ceduo con ai margini un parco pubblico ed il Museo Etnografico (il nome è un altro ma non lo ricordo).
Ci accoglie Alma, un piacevole pranzo al sacco e quindi la visita al bosco ceduo.
È ora che inizio a organizzare la documentazione video con Alma che accetta di farsi riprendere mentre spiega ma per un mio errore tecnico le riprese non vi saranno.
Peccato perché questo di oggi è un avvenimento storico.
Alma ci fa visitare il bosco ceduo di castagno: niente galle dell’ultimo anno, solo galle secche degli scorsi anni.
Sulle galle secche interviene Giacomo Borgna medico castanicoltore di Caprarola (VT) il quale chiede il ruolo dello Gnomoniopsis Pascoe nella lotta al Cinipide.
Alma spiega che la spora ha attaccato le galle ed ha contribuito a seccarle ma la sua azione presenta due problemi: oltre al Cinipide uccide anche il Torymus e produce il marciume nel frutto della castagna.
Di più non ritiene di dire perché non intende invadere il campo dei micologi e dei fitopatologi.
In sintesi appare schematicamente:
Torymus e Gnomoniopsis contro il Cinipide del Castagno
1. Torymus elimina Cinipide
2. Gnomoniopsis elimina Cinipide
3. Torymus non elimina Gnomoniopsis
4. Gnomoniopsis elimina Torymus
5. Torymus non produce marcio nella castagna
6. Gnomoniopsis produce marcio nella castagna
7. Ulteriori elementi verranno dagli studi di Micologia e Fitopatologia
Segue visita al Museo ove sono esposti oggetti bellissimi attinenti l’antica castanicoltura locale.
Visita quindi al castagneto secolare di Robilante a 25 Km dal confine con la Francia.
Lunga camminata su una stradina che conduce su una collina verdissima ricca di piante di mele destinate alla produzione di sidro.
Poi una cascina bellissima.
Subito dopo la cascina il castagneto ove il proprietario sta tosando l’erba con il decespugliatore.
Anche qui nessuna galla.
Al ritorno al centro della cittadina un ruscello dalle acque limpide con pesci di medie dimensioni che giocano a risalire la corrente.
Ed ora a Cuneo un castagneto “moderno” ovvero di nuovo impianto composto da essenze di Marzol e Bouche de Betizac.
Di piccole dimensioni, meno di un ettaro, si trova su un declivio interno ad un’azienda zootecnica di grosse dimensioni per cui l’impianto è irrigato e fertilizzato con letame.
Infatti si vede perché oltre al fatto che anche sul Marzol vi sono solo galle vecchie e nessuna nuova le piante presentano foglie larghe e verdissime nonché ricci tanti e grandi.
Precisato che il Bouche de Betizac non è attaccato per natura dal Cinipide, ancora non è stato compreso il perché, viene fatto notare dal proprietario che una pianta fa dei ricci giganti molto richiesti da negozi di lusso di Torino e Milano per allestire le loro vetrine in Autunno e Inverno.
Una gustosa nota finale: fino a poco tempo fa il proprietario, lì presente col trattore e la pala per sollevare il fieno, sosteneva con Alma che la guarigione non era venuta dal Torymus ma dall’acqua e dal tanto letame che alle piante aveva dato lui.
Bellini sottolinea come lodevolmente il produttore si era impegnato a curare le piante anche quando esse non davano frutto.
Una gran galoppata per il ritorno con l’invito da parte di Bellini e i produttori del Mugello a rivederci presto a Marradi per prossimi impegni interni al Centro di Documentazione e Studio sul Castagno.
Ora a noi.
Purtroppo il sollievo che ci deriva dall’esperienza del Piemonte attiene solo ad un aspetto della nostra realtà: quello della infestazione da Cinipide al quale, a modo loro, provvederanno, se ne faciliteremo il compito, Gnomoniopsis, con le conseguenze sul frutto, e Torymus Sinensis.
Per le altre due attuali infestazioni e quelle altre che saranno provocate dai fitofarmaci, secondo la letteratura botanica sono circa cinquanta, ci attendono due compiti immani:
1. la regolamentazione dell’uso dei mezzi meccanici, il calendario della falciatura del sottobosco, la diffusione del seme della felce aquilina, eccetera, al fine di favorire il riformarsi dello Strato-Rete dei Nematodi gli unici in grado di controllare le popolazioni delle larve che svernano sottoterra
2. la istituzione dl Parco Naturale dei Monti Cimini con divieto assoluto della Caccia e ripopolamento dell’Avifauna perché solo gli uccelli sono in grado di tenere sotto controllo le popolazioni di larve che svernano sui e dentro i tronchi dei castagni.
Non esistono scorciatoie chimiche al riequilibrio della nostra Natura.
Il nostro obiettivo, quindi, è la Rinaturalizzazione dei Castagneti mediante lo strumento del Parco Naturale dei Monti Cimini.
Vallerano, 9 Settembre 2013
Angelo Bini
21 ago 2013
VIDEO SULLA SITUAZIONE DEI CASTAGNETI IN PROV. DI GROSSETO
Un video sulla situazione relativa al Cinipide del castagno sul monte Amiata (GR) a luglio del 2013.
14 lug 2013
INCONTRO SULLA CASTANICOLTURA IN LAZIO
La Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini invita i tutti i soci, gli amici della CoopCast e di tutti i Castanicoltori a discutere le PROBLEMATICHE DELLA CASTANICOLTURA nel Lazio
All’incontro sarà presente la REGIONE LAZIO rappresentata Enrico Panunzi (Presidente Commissione Ambiente Regione Lazio) e Sonia Ricci (Assessore Agricoltura).
ATTENZIONE : LA DATA E' STATA MODIFICATA
L’incontro, organizzato dal Comune di Vallerano, si terrà Martedì 16 Luglio 2013 ore 17
a Vallerano, Piazza dell’Oratorio, Aula Scuola di Musica “Otello Benedetti”.
Angelo Bini
Vice Presidente CoopCast
All’incontro sarà presente la REGIONE LAZIO rappresentata Enrico Panunzi (Presidente Commissione Ambiente Regione Lazio) e Sonia Ricci (Assessore Agricoltura).
ATTENZIONE : LA DATA E' STATA MODIFICATA
L’incontro, organizzato dal Comune di Vallerano, si terrà Martedì 16 Luglio 2013 ore 17
a Vallerano, Piazza dell’Oratorio, Aula Scuola di Musica “Otello Benedetti”.
Angelo Bini
Vice Presidente CoopCast
9 lug 2013
PRIMI RISULTATI IN PIEMONTE DELLA LOTTA AL CINNIPEDE
Castagneti piemontesi risanati in sette anni
Le teorie sulla lotta biologica al Cinipide del Castagno trovano conferma anche nell’esperienza piemontese.
Nel maggio 2012 il Prof. Alberto Alma, ormai da tempo a conoscenza della nostra realtà in virtù di un Convegno organizzato a Vallerano dalla CoopCast, si è reso disponibile a far visitare a produttori, amministratori pubblici ed appassionati del problema, quei castagneti del Piemonte tornati alla normalità dopo sette anni dall’immissione del Torymus Sinensis con l’esclusione assoluta di altri tipi di lotta ed in particolare quelle chimiche.
Il Prof. Alberto ALMA è docente all’Università di Torino, ex Facoltà di Agraria oggi Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali - DIVAPRA di cui è direttore.
È membro dell’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia ed è noto a livello internazionale, tra l’altro, per i sui studi su Cinipide del Castagno e Torymus Sinensis diffusi anche tramite i due lavori “Rearing, release and settlement prospect in Italy of Torymus sinensis, the biological control agent of the chestnut gall wasp Dryocosmus kuriphilus” e “Torymus sinensis: a viable management option for the biological control of Dryocosmus kuriphilus in Europe?”.
Alma già tre anni or sono aveva previsto che l’uso dei fitofarmaci avrebbe aggravato la situazione dei Monti Cimini.
Aveva con certezza predetto che sarebbe esplosa l’infestazione da Pammene Fasciana (conosciuta anche come Cydia Precoce) ed è sorprendente che invece i nostri agronomi siano rimasti sorpresi dal suo insorgere, non ne sappiano dare alcuna spiegazione, e sollecitino i nostri produttori a irrorare ancora fitofarmaci che, secondo Alma, produrranno ancora altre infestazioni.
La nostra cultura agraria sta veramente meravigliando, per la sua incompetenza, il mondo scientifico che, ad ogni convegno, porta l’esempio di Viterbo e dei Monti Cimini come realtà negativa e, culturalmente, arretrata e negativa.
Si tenga presente poi che l’infestazione da Cinipide è uno dei mali minori mentre il problema più importante è la ricostruzione del sottobosco e il ripopolamento della fauna avicola.
Sono loro le cause delle altre infestazioni per una ragione molto semplice: le larve degli insetti infestanti svernano o sui tronchi degli alberi o nel sottosuolo.
La Caccia e i Fitofarmaci hanno distrutto le popolazioni di uccelli i quali tenevano sotto controllo gli insetti e le larve svernanti sui tronchi degli alberi.
L’uso dei macchinari, in particolare il Trinciaerba, e la falciatura estiva hanno distrutto il sottobosco e lo strato di quei Nematodi, nonché Ragni, ed altri antagonisti, che tenevano sottocontrollo gli insetti e le larve svernanti nel sottosuolo.
La CoopCast sono anni che tenta inutilmente di far comprendere ai produttori queste verità scientifiche senza successo per cui si sta adoperando con gli Enti Pubblici più attivi e coerenti sul terreno dell’ambientalismo e della lotta biologica per accettare la preziosa disponibilità del Prof. Alberto Alma e visitare in folta delegazione, si spera, i castagneti piemontesi risanati in sette anni secondo i suoi insegnamenti.
Con l’occasione invitiamo quanti fossero interessati alla visita a contattarci.
Angelo Bini
Vice Presidente CoopCast
“ Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini”
Le teorie sulla lotta biologica al Cinipide del Castagno trovano conferma anche nell’esperienza piemontese.
Nel maggio 2012 il Prof. Alberto Alma, ormai da tempo a conoscenza della nostra realtà in virtù di un Convegno organizzato a Vallerano dalla CoopCast, si è reso disponibile a far visitare a produttori, amministratori pubblici ed appassionati del problema, quei castagneti del Piemonte tornati alla normalità dopo sette anni dall’immissione del Torymus Sinensis con l’esclusione assoluta di altri tipi di lotta ed in particolare quelle chimiche.
Il Prof. Alberto ALMA è docente all’Università di Torino, ex Facoltà di Agraria oggi Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali - DIVAPRA di cui è direttore.
È membro dell’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia ed è noto a livello internazionale, tra l’altro, per i sui studi su Cinipide del Castagno e Torymus Sinensis diffusi anche tramite i due lavori “Rearing, release and settlement prospect in Italy of Torymus sinensis, the biological control agent of the chestnut gall wasp Dryocosmus kuriphilus” e “Torymus sinensis: a viable management option for the biological control of Dryocosmus kuriphilus in Europe?”.
Alma già tre anni or sono aveva previsto che l’uso dei fitofarmaci avrebbe aggravato la situazione dei Monti Cimini.
Aveva con certezza predetto che sarebbe esplosa l’infestazione da Pammene Fasciana (conosciuta anche come Cydia Precoce) ed è sorprendente che invece i nostri agronomi siano rimasti sorpresi dal suo insorgere, non ne sappiano dare alcuna spiegazione, e sollecitino i nostri produttori a irrorare ancora fitofarmaci che, secondo Alma, produrranno ancora altre infestazioni.
La nostra cultura agraria sta veramente meravigliando, per la sua incompetenza, il mondo scientifico che, ad ogni convegno, porta l’esempio di Viterbo e dei Monti Cimini come realtà negativa e, culturalmente, arretrata e negativa.
Si tenga presente poi che l’infestazione da Cinipide è uno dei mali minori mentre il problema più importante è la ricostruzione del sottobosco e il ripopolamento della fauna avicola.
Sono loro le cause delle altre infestazioni per una ragione molto semplice: le larve degli insetti infestanti svernano o sui tronchi degli alberi o nel sottosuolo.
La Caccia e i Fitofarmaci hanno distrutto le popolazioni di uccelli i quali tenevano sotto controllo gli insetti e le larve svernanti sui tronchi degli alberi.
L’uso dei macchinari, in particolare il Trinciaerba, e la falciatura estiva hanno distrutto il sottobosco e lo strato di quei Nematodi, nonché Ragni, ed altri antagonisti, che tenevano sottocontrollo gli insetti e le larve svernanti nel sottosuolo.
La CoopCast sono anni che tenta inutilmente di far comprendere ai produttori queste verità scientifiche senza successo per cui si sta adoperando con gli Enti Pubblici più attivi e coerenti sul terreno dell’ambientalismo e della lotta biologica per accettare la preziosa disponibilità del Prof. Alberto Alma e visitare in folta delegazione, si spera, i castagneti piemontesi risanati in sette anni secondo i suoi insegnamenti.
Con l’occasione invitiamo quanti fossero interessati alla visita a contattarci.
Angelo Bini
Vice Presidente CoopCast
“ Cooperativa Agricola Produttori Castagne di Vallerano, Canepina, Monti Cimini”
18 giu 2013
VITERBO NEWS24 "Avvelenati i castagneti dei Monti Cimini"
Avvelenati i castagneti dei Monti Cimini
Le sostanze tossiche distruggono l'habitat e inquinano le falde
17/06/2013 - 04:00 viterbonews24.it
VITERBO – Grondano veleni le foglie dei castagneti di Canepina e non solo. Notte e giorno, più di notte che giorno, vengono sparati sulle piante quintali di fitofarmaci e pesticidi di varie specie. L’obiettivo degli avvelenatori seriali dovrebbero essere il cinipide del castagno e gli altri parassiti che, negli ultimi anni, uniti a una congiunzione meteorologica sfavorevole, hanno pressoché azzerato i raccolti.
Causando perdite per 7-8 milioni di euro l’anno solo a Canepina, una ventina nell’intero comprensorio dei Cimini. Ma in realtà rendono più confortevole l’habitat della micidiale vespa cinese e dei suoi ''complici'': balanino, cydia e via dicendo.
La prima vittima delle nubi venefiche, infatti, è il torimus sinensis, il principale antagonista naturale del cinipide, che la Regione Lazio sta faticosamente tentando di inserire nell’ambiente, e gli altri antagonisti naturali già presenti, meno efficaci ma pur sempre utili. Insomma, con l’uso dei fitofarmaci e dei pesticidi i produttori di castagne stanno facendo harakiri. Un po’ come tagliarsi i ….
Ma l’elenco delle vittime dei veleni è assai più lungo. In prima linea ci sono i terreni circostanti, a volte di proprietà di gente che, avendo scelto di seguire i consigli degli esperti, punta tutto sulla lotta biologica. I venti, però, spingono le nubi venefiche in tutte le direzioni per un raggio di centinaia di metri.
Le particelle, dannosissime per la salute, cadono sugli orti, tortati in gran voga con la crisi economica, sulle case, troppe case, spuntate come funghi prima della crisi economica, sebbene sotto le mentite spoglie di rifugi agricoli. E poi finiscono nelle sorgenti di cui è ricca l’area e nelle falde di profondità. Spinte dal vento possono arrivare addirittura in paese: nelle scuole, nei negozi, nei bar.
E ancora: lo spargimento dei veleni, perché tali sono le sostanze irrorate, sebbene legalmente in commercio, fa strage della fauna locale, aumentando lo squilibrio naturale che permette agli insetti dannosi di proliferare. A rischio sono anche le persone: coloro che credono di poter vincere la battaglia con il ''fai da te'', spesso lo fanno in modo illecito, quindi si guardano bene dall’affiggere i cartelli con l’avviso di pericolo, come prescriverebbe la legge.
Così, chiunque si trovasse a passare nei paragi, inalerebbe sostanze altamente tossiche.
E’ legale tutto ciò? E qui si apre il doloroso e misterioso capitolo dei controlli: a chi competono? Quando e come debbono essere svolti? Quali sono le sanzioni previste? Chi tutela i cittadini e l’ambiente? Come è possibile che nessuno intervenga per risolvere un problema di cui tutti parlano e, talvolta scrivono? E’ possibile che il Comune di Canepina non abbia alcun ruolo? O in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno è meglio non farsi nemici, visto che anche gli avvelenatori seriali votano? E la Comunità Montana dei Cimini, nonostante la sua conclamata e cronica inutilità, non ha alcuna competenza in materia o, al contrario, chiude occhi, orecchie e bocca? E la Asl, la polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato, i carabinieri del Nas? Sono tutti in tutt’altre faccende affaccendati?
Infine, la Regione Lazio, che da una parte spende cifre considerevoli, nettamente inferiori a quanto servirebbe ma per sempre considerevoli, per introdurre il torimus sinensis, e dall’altra, come le stelle, resta a guardare.
Com’è possibile che in un decennio di emergenza cinipide non sia stata in grado di varata una legge o uno straccio di disciplinare che detti regole certe sui provvedimenti da adottare?
''Se qualcuno venisse sorpreso a raccogliere un fungo poco più piccolo del consentito – racconta un vecchio agricoltore – verrebbe immediatamente multato, ma non mi risulta che abbiano mai punito chi ci sta avvelenando tutti. Io giro palmo a palmo il territorio – aggiunge-, ma non ho mai incontrato qualcuno intento a fare e controlli nei castagneti irrorati”. Questo commento compendia appieno quanto sta avvenendo a Canepina e sui Cimini in genere. Buon avvelenamento a tutti.
11 giu 2013
2013: RITARDO NELLA APERTURE DELLE GALLE DI CINIPIDE DEL CASTAGNO
Si può vedere lo stadio di sviluppo delle galle di cinipide al 11 giugno 2013 in un castagno posto a circa 310 m.s.l.m nel Mugello (Marradi): la primavera fredda e piovosa ha provocato un ritardo nella "maturazione" della pupa.
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11 giugno 2013 |
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11 giugno 2013 |
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15 giugno 2011 |
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15 giugno 2011 |
22 mag 2013
21 mag 2013
PROMEMORIA SUI CASTAGNETI CIMINI, PATRIMONIO DELL'UMANITA'
Promemoria dalla CoopCast VT sulla lotta al Cinipide del Castagno e gli altri insetti infestanti i castagneti:
Metodo Alma
(Solo Torymus – Alberto Alma - Unitorino)
Rinaturalizzazione (Avifauna, Insetti Antagonisti e Nematodi - Silvano Onofri - Unituscia)
Castagneti guariti dopo sette anni: dopo il 1 Giugno 2013 Alma è disponibile ad ospitarci per visitare castagneti piemontesi guariti dopo sette anni di solo Torymus
Fitofarmaci
Arpav Veneto: I metodi di difesa chimica delle colture, attuati per molto tempo con prodotti a largo spettro, hanno provocato una drastica semplificazione dell’agroecosistema, con riduzione della biodiversità, con la significativa contrazione numerica di alcune popolazioni e con la conseguente comparsa di forti densità di specie dannose, in precedenza assai rarefatte, o la tendenza di specie occasionalmente dannose a mutarsi in infestanti stabili.
I fitofarmaci uccidono Il Torymus Sinensis e gli altri insetti antagonisti e predatori del Cinipide del Castagno. Uccidono anche l’avifauna insettivora ovvero quegli uccelli, come la cinciallegra e simili, che divorano enormi quantità di plancton aereo, insetti e loro larve nel terreno, sui tronchi degli alberi, in aria.
Decreto Legislativo 150 del 2012 vedi Articolo 24 Sanzioni
Patrizia Gentilini: Decine di studi confermano: gravi effetti dei fitofarmaci sulla salute, specie dei bambini.
Rispettare il sottobosco, i Nematodi
Rispettare il sottobosco fino alla seconda metà di settembre quando si procederà non alla sua distruzione ma alla falciatura o alla tosatura senza scalfire il suolo al fine di non uccidere i nematodi che attaccano le larve degli insetti infestanti (Cydie, Balanino, etc.)
Integrazione al Reddito Minimo di Dignità
Integrazione da riconoscere ai castanicoltori colpiti dal Cinipide del Castagno e dalle altre infestazioni purché si impegnino alla lotta biologica ed alla Rinaturalizzazione dei Castagneti.
UNESCO
Castagneti Secolari dei Monti Cimini Sito riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Metodo Alma
(Solo Torymus – Alberto Alma - Unitorino)
Rinaturalizzazione (Avifauna, Insetti Antagonisti e Nematodi - Silvano Onofri - Unituscia)
Castagneti guariti dopo sette anni: dopo il 1 Giugno 2013 Alma è disponibile ad ospitarci per visitare castagneti piemontesi guariti dopo sette anni di solo Torymus
Fitofarmaci
Arpav Veneto: I metodi di difesa chimica delle colture, attuati per molto tempo con prodotti a largo spettro, hanno provocato una drastica semplificazione dell’agroecosistema, con riduzione della biodiversità, con la significativa contrazione numerica di alcune popolazioni e con la conseguente comparsa di forti densità di specie dannose, in precedenza assai rarefatte, o la tendenza di specie occasionalmente dannose a mutarsi in infestanti stabili.
I fitofarmaci uccidono Il Torymus Sinensis e gli altri insetti antagonisti e predatori del Cinipide del Castagno. Uccidono anche l’avifauna insettivora ovvero quegli uccelli, come la cinciallegra e simili, che divorano enormi quantità di plancton aereo, insetti e loro larve nel terreno, sui tronchi degli alberi, in aria.
Decreto Legislativo 150 del 2012 vedi Articolo 24 Sanzioni
Patrizia Gentilini: Decine di studi confermano: gravi effetti dei fitofarmaci sulla salute, specie dei bambini.
Rispettare il sottobosco, i Nematodi
Rispettare il sottobosco fino alla seconda metà di settembre quando si procederà non alla sua distruzione ma alla falciatura o alla tosatura senza scalfire il suolo al fine di non uccidere i nematodi che attaccano le larve degli insetti infestanti (Cydie, Balanino, etc.)
Integrazione al Reddito Minimo di Dignità
Integrazione da riconoscere ai castanicoltori colpiti dal Cinipide del Castagno e dalle altre infestazioni purché si impegnino alla lotta biologica ed alla Rinaturalizzazione dei Castagneti.
UNESCO
Castagneti Secolari dei Monti Cimini Sito riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
5 feb 2013
ATTIVAZIONE FINANZIAMENTO LOTTA BIOLOGICA AL CINIPIDE del CASTAGNO
CENTRO STUDIO SUL CASTAGNO
Marradi, 5 Febbraio 2013
Oggetto: Progetto finanziato dal MiPAAF denominato “BIOINFOCAST” – Prosecuzione degli interventi di lotta biologica al Cinipide e sviluppo di attività di informazione / divulgazione sull’evoluzione delle strategie di difesa fitosanitaria dei castagneti.
Con la presente abbiamo il piacere di comunicare che il Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MiPAAF) ha attivato un secondo finanziamento, per dare attuazione al “Piano di settore castanicolo 2010/2013”, che prevede la realizzazione del progetto “BIOINFOCAST” - prosecuzione degli interventi di lotta biologica al Cinipide e sviluppo di attività di informazione/divulgazione sull’evoluzione delle strategie di difesa fitosanitaria dei castagneti da frutto e da legno nei differenti contesti ambientali e produttivi italiani.
Il progetto è stato predisposto dal C.R.A. - Centro di Ricerca per la Agrobiologia e la Pedologia di Firenze, con la collaborazione del DISAFA dell’Università degli Studi di Torino, dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e delle nostre tre Associazioni castanicole: Associazione Nazionale Città del Castagno, Centro di Studio e Documentazione sul Castagno, Castanea - European Chestnut Network che si sono riunite nella Associazione Temporanea di Scopo (ATS) denominata “Associazioni Castagno”.
Mentre il C.R.A. sarà il responsabile scientifico e coordinatore del progetto, le Associazioni Castagno avranno un ruolo di carattere operativo in stretto contatto con i Servizi Fitosanitari Regionali, con le Associazioni locali dei Castanicoltori e con gli Enti locali interessati.
Per svolgere il compito affidato, l’ Associazioni Castagno prenderà contatto con gli operatori regionali e locali e con tutti i propri soci.
La prima azione da svolgere è la programmazione e l’organizzazione dei lanci di Torymus sinensis per la lotta biologica al Cinipide, in base alla griglia predisposta dal MiPAAF per la selezione delle aree di lancio (come già fatto nelle precedenti campagne di lancio del Torymus a livello Nazionale).
L’Associazioni Castagno, si occuperà del prelievo e del trasporto dei Torymus forniti dal DISAFA, della predisposizione di un piano di distribuzione dei Torymus e la realizzazione dei rilasci in campo in collaborazione con i Servizi Fitosanitari Regionali.
Tutto questo verrà effettuato con la direzione tecnico-scientifica del C.R.A. di Firenze e senza costi diretti per le Regioni e per gli Enti locali.
Poiché i tempi per programmare i lanci 2013 sono ormai molto stretti, si chiede gentilmente di comunicare, possibilmente con una certa urgenza, i nomi e i recapiti di referenti dei vostri territori che si occupano direttamente della lotta al cinipide del castagno al fine di poterli contattare ed inserire le vostre proposte nella programmazione regionale.
Ulteriori azioni che ci siamo impegnati a svolgere riguardano l’informazione e la divulgazione dei contenuti del “Piano nazionale del settore castanicolo 2010/2013” e delle buone pratiche per effettuare la lotta biologica al Cinipide e agli altri parassiti del castagno. Anche per queste azioni abbiamo bisogno di trovare interlocutori locali disponibili e interessati a rilanciare la castanicoltura.
Restando in attesa di cortese sollecito riscontro alla presente, si comunicano i recapiti del Referente di progetto, per conto di “Associazioni Castagno”, al quale dovrete rivolgervi:
dott. agr. Luigi Vezzalini –
Tel Ufficio: 059 987270, fax: 059 986432, cell: 3334124915
e.mail: tecnico@cittadelcastagno.it
Cordiali Saluti
Prof. Elvio Bellini
(Presidente del CSDC)
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