Comunicato della Regione Toscana
LOTTA BIOLOGICA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO
Le aree 2011 destinate ai lanci dell'antagonista, il Torymus
Prosegue e si intensifica l'azione di lotta biologica avviata l'anno scorso dalla Regione Toscana per difendere i nostri castagni da un pericoloso inquilino, il cinipide galligeno che attacca la chioma e causa danni alle piante di castagno.
La risposta per contrastare l'insetto arriva dallo specifico progetto sperimentale triennale di controllo del cinipide basato sull’introduzione dell’antagonista naturale Torymus sinensis, fornito dall'Università di Torino che ha messo a punto specifiche tecniche di allevamento.
Realizzato nell’ambito delle attività del Servizio Meta in stretto collegamento con Enti territoriali, associazioni di produttori e castanicoltori, il progetto che nel 2010 ha visto il lancio dell'antagonista in cinque aree della Toscana , quest'anno estende il programma e lancia il Torymus in ventitre siti.
Alle cinque aree scelte l'anno scorso se ne aggiungono quindici nuove dunque, oltre ad altre tre cosiddette "di moltiplicazione", ovvero individuate appositamente per allevare il Torymus. Il che renderà la Toscana autosufficiente per la produzione di questo insetto utile in una regione dove il castagno è la specie prevalente su oltre 179.000 ettari di superficie.
Nel dettaglio, le aree destinate ai lanci del Torymus saranno:
- le cinque dove sono state già effettuate le introduzioni nel 2010: Marradi (Firenze), Acquerino (Pistoia), Caprese Michelangelo, località Fragaiolo (Arezzo); Castelbuono (Carrara), Sorano (Grosseto)
- le quindici nuove:
Sassalbo, Fivizzano (Massa Carrara);
Maggiora, Pieve San Lorenzo, Minucciano (Lucca);
Azzano, Seravezza (Lucca);
Antona (Massa);
Pizzorne Pariana Benabbio, Villa Basilica (Lucca);
Cireglio – San Bernardino (Pistoia);
Cotoro, Marliana (Pistoia);
Migliana, Cantagallo (Prato);
Bordignano - Santa Cristina, Firenzuola (Firenze);
Il salto, Palazzuolo sul Senio (Firenze);
Castagno d’Andrea, San Godenzo – Castellina (Firenze);
Ranocchiaia, Stia (Arezzo);
Bulci, Montieri (Grosseto);
Pietrineri, Castiglione d’Orcia (Siena);
Tepolini – Le Canalette (Grosseto).
e infine i tre siti segnalati per la realizzazione di aree di moltiplicazione: Camporgiano – Castelnuovo Garfagnana – Lucca; San Piero – Mugello – Firenze; Monte Aquilana – Arcidosso – Grosseto.
L’autosufficienza della Toscana è ipotizzabile in un arco temporale non inferiore al triennio. Da rilievi effettuati presso altre regioni (Piemonte , ma anche Emilia Romagna e Lazio) l’insediamento del Torymus avviene già al primo anno ma la sua capacità di ridurre le popolazioni di cinipide si manifesta dopo un periodo non inferiore ai quattro anni.
La lotta biologica, fanno sapere dal Consiglio nazionale delle ricerche in agricolura (CRA), rappresenta l’unico strumento a disposizione dei castanicoltori: è infatti risaputo che tutti i tentativi di lotta chimica intrapresi sull&rsquo ;onda dell’emergenza cinipide in altre regioni sono andati a creare ulteriori danni risultando ininfluenti sul controllo del cinipide e causando forti turbative ambientali con limitazione di altri insetti potenzialmente utili al controllo biologico del cinipide.
Il cinipide, così come emerge dalle attività di monitoraggio sul territorio toscano, è apparso per la prima volta nel nostro territorio nel 2008, e nel giro di pochissimo tempo la sua presenza si è allargata a tutto il territorio regionale con livelli di infestazione più alti in provincia di Massa Carrara, Pistoia e Firenze e con focolai sparsi, di piccola entità, nei castagneti della Toscana centro meridionale.
29/04/2011 18.04
Regione Toscana